Puoi scorrere a destra e anche a sinistra!
Fallo sulla apposita barra grigia.
Ingrandisci questa immagine
Picazzo, il pittore pazzo!
[a.k.a. l'uomo che dipingeva la musica ascoltando i dipinti] [20 di 40]

Anteprima
La raccolta del granoturco - Achille Glisenti (1881)

Il dipinto è entrato nelle collezioni civiche nel 1908 per donazione di Giovanni Magnocavallo, nipote dell’autore, ed è una delle opere più note e apprezzate di Achille Glisenti, nonché un unicum nella sua produzione. Fu presentato per la prima volta all’Esposizione Nazionale di Milano nel 1881 e successivamente inviato nel 1882 alla Royal Academy di Londra per poi comparire, a un anno di distanza, al Glaspalast di Monaco di Baviera. Sovente impegnato nell’illustrazione di temi popolareschi, nella forma di storielle argute e feste campagnole, l’artista bresciano si misura qui in uno splendido brano di pittura verista, reinterpretando il tema classico della canefora in un’ottica di patente realismo sociale. La protagonista indossa i costumi tradizionali delle contadine delle valli bresciane e regge sulla testauna cesta ricolma di pannocchie. Il titolo originale, Ave Maria (registrato nel 1881 e poi sostituito dal più prosaico La raccolta del granoturco), suggerisce che quello raffigurato sia un silenzioso momento di preghiera al termine di una dura giornata di lavoro, quando sul far della sera i contadini si apprestano a lasciare i campi. Nello stesso anno in cui a Milano veniva pubblicato I Malavoglia di Giovanni Verga, Glisenti licenziò un dipinto nel quale il linguaggio della pittura accademica si presta non alla denuncia sociale ma bensì alla severa e pacata rappresentazione di una condizione umile ma dignitosa poiché nobilitata dal lavoro. Si tratta quindi di un’opera che si pone in perfetta continuità con la tradizione bresciana, dalla quale riprende anche l’uso espressivo della luce fredda che scolpisce i volumi e la minuzia nella descrizione oggettiva dei dettagli, dalla veste lacera della donna ai piedi coperti di fango e martoriati dalla fatica dell’uomo che sta alle sue spalle, inginocchiato e vestito nei colori stessi della terra. [fonte comune.brescia.it]

Associato LP del 1985
Carico i commenti...  con calma