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7° posto:Manifesto abusivo
Negli anni 2000 la carriera di Samuele decolla in maniera vertiginosa con dischi e canzoni elogiate sia dalla critica che dal pubblico, guadagnando anche diversi riconoscimenti. Niente sembra fermare l'ascesa del nostro e nel 2009 è pronto a tornare a stupire tutti. E' questa la reazione che si prova vedendo tutto ciò che gira intorno a questo Manifesto abusivo:stupore. La penna di Samuele rimane quella, a volte burlona, a volte critica, ma chissà perchè la critica stroncò in maniera abbastanza dura questo album arrecandogli anche parole che non si merita ed anche il pubblico tende a considerarlo un episodio minore nella sua carriera. Ma, ascoltando l'album, si potrebbe anche capire perchè viene così tanto criticato:la matrice è quella di Samuele, ma la scrittura e la composizione dei brani è divenuta più criptica e contorta. Gli arrangiamenti vanno dalla ballata al rock, da balli folk al valzer con una spruzzata di jazz e cantautorato. Se si pensa ai dischi precedenti, gli arrangiamenti erano quasi tutti su un pop cantautorale con in certi casi una dose di rock. Insomma, musicalmente è un disco più corposo degli altri e meno convenzionale...ma i testi avranno subito questo cambiamento? A giudicare dall'ascolto, assolutamente si. Neanche i testi dei singoli Un periodo pieno di soprese e Ferragosto (già edita da Sergio Cammariere nel 2004) usano parole convenzionali o ritornelli di facile presa (quando mai è successo che Samuele ha usato ritornelli di facile presa poi?), molto spesso i testi non hanno una forma "standard" e quindi poi vanno a formare un amalgama che può risultare complicato per un ascoltatore qualunque. Pezzi come Manifesto abusivo, 16:9, Lato proibito o A Bologna non sono per niente pezzi da easy listening, magari possono anche piacere ma necessitano molti ascolti per essere assimilati. E' forse questo il limite maggiore di Manifesto abusivo:è un disco molto più contorto e criptico del normale, si chiude a riccio in arrangiamenti particolari e testi anche troppo ricercati e questo disorienta parecchio durante l'ascolto. Ma parliamo pur sempre di un gran bel disco, che nonostante la sua complessità rimane un prodotto di ottima fattura.
Voto pignolo:7/8
La gemma: 16:9
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