Stelutis Alpinis - Brigata Alpina Julia
Francesco De Gregori - Stelutis alpinis (Live La Valigia - Official Audio)
Di qua ne sono passate di genti, alcune buone altre affatto.
Prima dei romani (Forum Julii) non ricordo bene; ma poi si va da Napoleone ai "Turcs dal Friùl" (Pasolini) passando per Mongoli, Cosacchi, persino italiani o peggio.
Eh, le nostre nonne & trisavole a volte volenti a volte nolenti si sono date daffare a far sì che dalle nostre parti non ci sia un archetipo fisico o culturale: siamo totalmente anomali. Soprattutto verso noi stessi.
Arrivando a questa STUPENDA canzone d'amore, di guerra, di disperazione, di forza e di nostalgia, di ricordi e di cuori che volano in posti lontani, va detto che il Principe (il quale con suo fratello Luigi viene qui ogni anno a commemorare la strage di Porzûs per via... vedete su gùgol se volete) ne ha fatto una traduzione non certo letteraria - cosa impossibile - ma che in piccola parte riesce a trasmettere il senso di quelle straordinarie parole, intraducibili in italiano.
Vorrei poteste veramente comprenderle in "marilenghe": lingua (Ladina, non austroungarica come la definisce qualche buontempone, qui) dolcissima, che contraddice il luogo comune del furlano chiuso, duro, schivo e temprato dalla vita che purtroppo siamo costretti a tollerare.
Un ultimo pensiero, tra i tanti che sono venuti qui per amore o per forza, alla Brigata Sassari. #ejà!
Francesco De Gregori - Stelutis alpinis (Live La Valigia - Official Audio)
Di qua ne sono passate di genti, alcune buone altre affatto.
Prima dei romani (Forum Julii) non ricordo bene; ma poi si va da Napoleone ai "Turcs dal Friùl" (Pasolini) passando per Mongoli, Cosacchi, persino italiani o peggio.
Eh, le nostre nonne & trisavole a volte volenti a volte nolenti si sono date daffare a far sì che dalle nostre parti non ci sia un archetipo fisico o culturale: siamo totalmente anomali. Soprattutto verso noi stessi.
Arrivando a questa STUPENDA canzone d'amore, di guerra, di disperazione, di forza e di nostalgia, di ricordi e di cuori che volano in posti lontani, va detto che il Principe (il quale con suo fratello Luigi viene qui ogni anno a commemorare la strage di Porzûs per via... vedete su gùgol se volete) ne ha fatto una traduzione non certo letteraria - cosa impossibile - ma che in piccola parte riesce a trasmettere il senso di quelle straordinarie parole, intraducibili in italiano.
Vorrei poteste veramente comprenderle in "marilenghe": lingua (Ladina, non austroungarica come la definisce qualche buontempone, qui) dolcissima, che contraddice il luogo comune del furlano chiuso, duro, schivo e temprato dalla vita che purtroppo siamo costretti a tollerare.
Un ultimo pensiero, tra i tanti che sono venuti qui per amore o per forza, alla Brigata Sassari. #ejà!
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