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DottorJazz
16 mag 16:25Já conheço os passos dessa estrada
Sei que não vai dar in nada
Seus segredos sei de cor
Já conheço as pedras do caminho
E sei anche que ali sozinho
Eu vou ficar, tanto pior
O que é que eu posso contra o encanto
Desse amor que eu nego tanto
Evito tanto
E que no entanto
Volta sempre a enfeitiçar
Com seus mesmos tristes velhos fatos
Que num álbum de retrato
Eu teimo in colecionar
Lá vou eu de novo como um tolo
Procurar o desconsolo
Que cansei de conhecer
Novos dias tristes, noites claras
Versos, cartas, minha cara
Ainda volto a lhe escrever
Pra dizer que isso é pecado
Eu trago o peito tao marcado
De lembranças do passado
E você sabe a razão
Vou colecionar mais um soneto
Outro retrato em branco e preto
A maltratar meu coração
Antonio Calos Jobim/Chico Buarque
DottorJazz
16 mag 16:50Jobim e Buarque si conobbero nel 1964, grazie al produttore musicale Aloísio de Oliveira e al loro comune amico e socio Vinicius de Moraes. Nel 1967 Tom Jobim chiese a Chico di scrivere il testo di questa canzone, che aveva già pubblicato nella sua versione strumentale con il titolo "Zíngaro".
Chico, fino a quel momento, aveva scritto solo il testo per una canzone del suo amico Toquinho (Lua Cheia) e non era affatto sicuro del suo talento come paroliere. Ma racconta che Jobim lo trattava più come un allievo che come un collega, con calorosi incoraggiamenti e dicendogli che i suoi testi erano semplicemente splendidi.
L'unica domanda di Tom fu perché usare "ritratto in nero e bianco" quando comunemente si dice "bianco e nero". Chico giustifico' il suo verso dicendo che, se l'ordine delle parole fosse stato invertito, l'unica parola che avrebbe potuto far rima con branco (bianco), sarebbe stata tamanco, ossia una scarpa con la suola di legno.
DottorJazz
17 mag 09:36DottorJazz
17 mag 09:54