I Panther sono un gruppo italiano con forti influenze new-prog e devoto al classico suono sinfonico di marca Genesis. I Panther provengono da Genova, città che si sta sempre più confermando una fucina di talenti in ambito progressivo basti pensare al Tempio delle Clessidre, alla Coscienza di Zeno, al Segno del Comando e a tutti i progetti che fanno capo a Fabio Zuffanti come Finisterre, Hostsonaten e La Maschera di Cera. “Il Giusto Equilibrio” - questo il titolo del disco qui recensito - , è in realtà il loro secondo lavoro: l2esordio –“L’epoca di un latro” – aveva messo in luce le qualità dei componenti della band formata da Mauro Serpe alla voce e al flauto – novello Peter Gabriel -, da Alessandro La Corte alle tastiere, devoto fino al midollo allo stile e alle fughe tastieristiche di Tony Banks, dal’incisivo Ricardo Mazzarini alla chitarra, da Folco Fedele alla batteria e da Giorgio Boleto al basso. I Panther dimostrano anche in questo disco di avere molte frecce al loro arco: l’interplay fra i musicisti e perfetto: le melodie sono ottime e il sound è maturato. Oltre l’influenza Genesis – ascoltate in questo senso l’iniziale ...”E continua ad essere...”, un vero tributo a Tony Banks emerge anche l’influsso delle sonorità new-prog soprattutto nei timbri delle tastiere. Le composizioni sono di buon livello e richiedono qualche ascolto per essere pienamente assimilate.C’è grande attenzione verso la melodia: le atmosfere sono soffuse e pacate. Forse la voce non è, come nella migliore tradizione del prog italino, il punto di forza dei Panther. Nondimeno brani come il citato”..e continua ad essere...”. la title-track, l’eterea e strumentale “Fuga dal lago” e la conclusiva 2L’ochio del gabbiano” testimoniano il valore dei Panther. Caldamente consigliato agli amanti dei Genesis, del sinfonico classico e del new-prog.

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