Dopo una lunga chiacchierata prima del concerto con Paolo Benvegnù mi trovo un po' spaesato.
Più cerco degli aggettivi per descrivere la sua cultura così complessa e poliedrica e più mi rendo conto che rischierei di tralasciare la profonda umanità e sensibilità che lo caratterizzano. Benvegnù è una persona che con grande forza e costanza è riuscito a percorrere un cammino umano ed artistico notevole: E' stato mente e braccio portante degli Scisma, uno dei gruppi più importanti nell'ambiente indipendente italiano. Ha suonato per più di due anni con Marco Parente e registrato il suo terzo album, Trasparente. Fonda un'etichetta (stoutmusic) e inizia la sua attività come produttore mentre il 9 febbraio 2004 esce il suo primo album, Piccoli Fragilissimi Film.

Ora fermatevi a pensare ad una persona di questo calibro. Impossibile a dirsi: la sua notorietà sembra proprio inversamente proporzionale al suo incredibile talento. Paolo, invece, non sembra granché preoccupato del ristorante in cui si suonerà e con i suoi (Luca Baldini - chitarra, basso e Andrea Franchi - batteria, piano, organo, armonica) si pensa alla scaletta di stasera.

Attaccano "Quando Passa Lei" completamente ignorati (eravamo una ventina per assistere al concerto contro una cinquantina di clienti del locale) ma con "Cerchi Nell'Acqua" e "Il Mare Verticale" le prime vibrazioni spingono gran parte dei presenti a prestare attenzione. Il concerto prosegue tra il brusio e l'acustica svantaggiosa del locale: una scattante "Centro" e il delirio convulso di "Troppo Poco Intelligente", dove il battito ossessivo della batteria per poco evoca il cuore del personaggio paranoico che si canta. L'esecuzione perfetta è il frutto delle complesse sinergie tra Andrea, Luca e Paolo: "E' Solo un Sogno" e "Catherine" sono due dei momenti più toccanti della serata, sfiorano la catarsi. Anche "Io e Te" e "Suggestionabili" sono molto più convincenti dal vivo, e fanno tanto di cappello a cavalli di battaglia "E' Stupido", "In Dissolvenza" e le loro eloquenti code psichedeliche. "non vedo che uomini fuori e dentro me ... ma non riesco a comprenderli". Ci si sente quasi in colpa a cercare di giudicare uno spettacolo che, nonostante i numerosi svantaggi, è ben più degno di quella poca soddisfazione che il pubblico offre con applausi e ovazioni al cantautore gardesano.
Dopo "Catherine" Paolo sembra quasi rimpicciolirsi mentre si scusa: il concerto finirà prima delle undici e mezza per non turbare la quiete pubblica; ma inaspettatamente si sente chiamare per nome, gli si chiedono i bis e la gente si avvicina al palco. Ora nessuno sembra più essere insensibile a quell'uomo che in novanta minuti è riuscito a stregare tutti quanti, rivisitando alcune tra le pagine più belle del rock italiano.

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