Seguo i Paolo Benvegnù (come amano farsi chiamare) da parecchio tempo ma, incredibilmente, non ero mai riuscito ad assistere ad un loro concerto a causa di impedimenti di ogni tipo (lavoro, musica, figli, ecc...).
Finalmente ho avuto il mio "battesimo del fuoco" e una recensione sembra quantomai necessaria, ora che l'entusiasmo è svanito, anche se non avrei mai pensato che avesse potuto toccare simili livelli (e a non dire che non sono proprio un "verginello").
Il Bronson di Ravenna è molto adatto per questo tipo di concerti ma risulta pieno per neanche un terzo mentre sale sul palco l'opener Matteo Toni, del quale purtroppo non conosco niente non avendo avuto il tempo materiale per documentarmi; Matteo seduto con un microfono e una slide guitar sulle gambe e Mr. P alla batteria (con una maschera da Ray Mysterio) presentano il nuovo “Milla! Villa!”, un disco tra il blues ed il surf con riff interessanti e corposi, melodie gradevoli ed accattivanti e ritmi danzerecci che fanno scorrere velocemente i 25 minuti del loro set minimale, nel quale sento molto la mancanza di un basso o almeno di "toni bassi" ma mi diverto parecchio, ballicchiando e coinvolgendo la mia compare.
In realtà siamo gli unici a muoverci un pò, triste usanza di gran parte dei concerti attuali, in cui in troppi stanno fuori dal locale a chiacchierare e fumare durante il set del gruppo spalla; personalmente ascolto sempre con attenzione, per interesse ma anche per rispetto visto che so bene cosa significhi essere snobbati mentre tutti aspettano l'attrazione principale (e grazie a questo ho conosciuto parecchie realtà interessanti che altrimenti mi sarebbero rimaste sconosciute).
Breve cambio di palco ed ecco i Paolo Benvengù, con la classica formazione a 5.
Il gruppo è in grande forma, Paolo che urla tra una canzone e l'altra ed ogni singolo elemento del quintetto che incanta al proprio strumento ma anche quando c'è una rotazione; micidiale Luca Baldini al basso e ai cori (semplicemente impeccabili), incantevole Guglielmo Ridolfo Gagliano alla chitarra e alla viola elettrica, tecnicamente perfetto Andrea Franchi alla batteria (e chitarra acustica nonché ai cori) e preziosissimo Marco Lazzeri alle tastiere, indispensabili per riproporre il mood necessario a dare il giusto spessore ai pezzi.
Paolo non interagisce molto con il pubblico che ormai ha riempito il locale, ma snocciola canzoni senza interruzione, quasi a volersi estraniare e lasciare in un angolo la sua presenza scenica (ma anche fisica) facendo parlare solo la musica.
Si dice sia timido e sembra quasi una contraddizione, vedendolo come tiene il palco.
Quanto alla scaletta, ovviamente viene saccheggiato l'ultimo e bellissimo "Earth Hotel" ma c'è anche tanto spazio per il passato, con menzione particolare per "Quando passa lei", veramente da brividi e per una fantascientifica "Love is talking", ormai vero e proprio classico del gruppo.
(Mi viene fatto notare, dalla mia compare, che alcune canzoni "si somigliano", e devo ammettere che questo è innegabile; molte tra loro hanno un mood veramente simile, alcune soluzioni compositive sono ripetute più volte ed è anche più facile accorgersene in un live....personalmente questo non mi da fastidio più di tanto, considerando l'altissimo spessore compositivo).
Degli Scisma, definiti ironicamente da Paolo "una band minore degli anni 90" viene riproposta "Rosemary's Plexiglass", iniziata con la sola chitarra acustica per poi vedere gli altri musicisti entrare alla spicciolata; dopo due bis e ancora una marea di richieste si finisce con l'accoppiata "Sempiterni sguardi e primati" che dopo una breve jam si tramuta in "Cerchi nell'acqua", a chiusura della serata.
Le mie aspettative, invero parecchio elevate, sono state ampiamente soddisfatte: esco dal Bronson con la rafforzata consapevolezza che questo gruppo non ha attualmente rivali in Italia quanto a qualità compositiva e mi pento amaramente di non averli seguiti sin dagli esordi, avendo sentito parlare di live veramente memorabili; pago la cocciutaggine e la ritrosìa di ascoltare il cantato in italiano, pecca che sto cercando di togliermi anche con l'aiuto di concerti simili, dove la qualità è messa al primo posto e penso sia impossibile non uscirne con un sorriso enorme stampato in viso.
Setlist:
1- Nello spazio profondo
2- Feed the destruction
3- Avenida silencio
4- Quando passa lei
5- Love is talking
6- Avanzate, ascoltate
7- Orlando
8- Il mare verticale
9- Moses
10- Una nuova innocenza
11- Stefan Zweig
12- Hannah
13- La schiena
14- Piccola pornografia urbana
15- Io ho visto
16- E' solo un sogno
17- Rosemary plexiglass
18- Sempiterni sguardi e primati
19- Cerchi nell'acqua
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