Cassetti

Aprendo un cassetto possiamo ritrovare oggetti dimenticati, cose apparentemente senza valore che però hanno l'immenso pregio di suscitare ricordi: una cartolina di un amico lontano, una vecchia agenda piena d'appunti, un accendino scassato, una fotografia dimenticata. . . ma esistono anche altri cassetti, quelli intangibili della memoria, altrettanto importanti e ricolmi di "cose". Ognuno ha i suoi, quelli di Paolo Fresu e Uri Caine traboccano di fantasia, coraggio, passione e soprattutto di note. In questo disco ce le regalano suddividendole tra standards e brani originali che giocano su agili contrasti.

Dunque, tra le tracce di quest'album sentiamo spuntare motivi sempre meravigliosi come "Everything Happens To Me", "Dear Old Stockholm" e "I Loves You Porgy" interpretati con la consueta e nota bravura dai due, tramite intensi dialoghi tra pianoforte e tromba. In questo modo Fresu e Caine dimostrano la sempre viva vitalità di queste musiche, che non hanno bisogno di sofisticazioni per emanare la loro magia. Nel mezzo, inoltre, si rinvengono altre musiche agli antipodi come "Solar" di Miles Davis e un classico della canzone italiana "E se domani", che trovano nel rapporto tra Fresu e Caine il loro denominatore comune. La struttura di questi brani appare semplice con esposizione iniziale e successivo sviluppo. Poi tensione e swing rilassato s'intersecano in un modo così fluido e naturale che forse non è in grado di dare sussulti, ma in compenso trasmette tanta classe e raffinatezza.

Ma se fosse solo così "Things" (Blue Note Records - 2006) probabilmente non sarebbe altro che un bel disco fra tanti, caratterizzandosi per l'ennesima e impeccabile esecuzione di note senza tempo. Ma così non è perché accanto ai brani citati sono presenti, appunto, alcuni frammenti originali. Questi, spesso in coerenza con i loro titoli, evidenziano temperamento, valore, coraggio, irruenza, lapilli. Si prenda ad esempio il "Frammento di re Fosco" che, con giochi elettronici, loop ed effetti, in poco meno di un minuto cambia il ritmo d'ascolto dell'album, lasciando un senso di dolce disorientamento, così diverso dal coinvolgimento emotivo degli standards. Questi piccoli intermezzi hanno dunque la forza di modificare le caratteristiche del disco che non risulta lineare, ma razionalmente folle alternando atmosfere soffuse a piccole accelerazioni e velate ironie.

Già questo potrebbe bastare per parlare di un disco bello e originale, ma per aggiungere un altro aggettivo bisogna citare il momento che da solo vale tutto l'ascolto: la delicata, amara, struggente e notturna dolcezza di "Si dolce il tormento" di Monteverdi. È incredibile scoprire come una musica eterna e di per sé perfetta possa trarre nuova vita dal dialogo sofferto tra la tromba di Fresu e il saltellante piano elettrico Fender Rhodes di Caine. Diventa allora meraviglioso lasciarsi cullare da questa melodia che lascia una sensazione così struggente e malinconica da essere simile a un risveglio con un sogno nel cuore.

Un disco bello, originale con un passaggio meraviglioso capace di accompagnare con delicatezza l'ingresso di quest'autunno. Poi un giorno, trasformatosi in un ricordo, potrà unirsi alle mille altre "cose" che popolano i cassetti della nostra vita.

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