"Believe In Nothing" uscito per l'etichetta EMI nel 2001,è quello che per definizione nominiamo un album "Easy".Ormai fuori dai canoni Gothic-doom metal, Nick Holmes e soci, ovvero i Paradise Lost, giocano una carta meno elettronica di "Host", puntata su un pop-rock sinfonico, mixato anche con qualche simpatico riff che riesuma i loro vecchi mostri.
Questo dischetto possiede dei pezzi orecchiabili e ad alta digeribilità come "Fader" o "Mouth" (tra l'altro hit dell'intero lavoro), flash back come "Sell It To The World" e "World Pretending", qualche altro brano tranquillo di buona fattura come "I Am Nothing" e "Illumination", e posso confermare che passa la sufficenza. Il resto non è di rilievo, ma non è nemmeno da buttare.
Nick Holmes come i due precendenti tiene un buon pulito baritonale, con uno stile che sà già di sentito, un pò come fece in "Draconian in times" paragonato a quello di James Hetfield.
"Believe In nothing" è consigliato a chi ama la buona musica ma si tiene lontano dalle sonorità heavy, consigliato anche agli amanti del genere (pop-rock sinfonico appunto), e chi ha voglia di ascoltarsi qualcosa di facile in una bella e solare domanica mattina. Per chi non è stato nominato in queste ultime frasi, ammetto che la delusione sarà amara, specialmente se si conosce bene il loro passato. Poi,è un discorso soggettivo, è chiaro che se masticate metal dalla mattina alla sera questo cd non è per voi, ma se siete di un gusto aperto, io direi di darci un'occhiata.
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