Il disco di cui scrivo l'ho rovinato a furia di riascoltarlo in auto durante i miei viaggi in solitaria sulle colline piacentine. E non solo il disco, anche il packaging!
Un bel giorno di primavera del 2011 entro nel mio negozio di dischi di fiducia e trovo bello esposto un album con una foto particolare stampata sulla copertina di cartone.
Rimango rapito davanti a quella foto che mi richiama tanto quella in bianco e nero sulla copertina del Nebraska di Springsteen, così chiedo al negoziante che album fosse.
Nemmeno il negoziante lo aveva mai sentito, perciò prende il CD dallo scaffale (unica copia disponibile nel negozio? Nella mia città? In tutta Italia?), lo mette nel lettore CD e ascoltiamo in religioso silenzio.
Il rumore di 4 colpi di bacchette per scandire il tempo, quindi Patrick Park entra in scena dapprima con la sua chitarra acustica, suonata in un modo a metà tra la classica pennata ritmica e un arpeggio, modo che mi ha ricordato subito quello di Neil Young. Quando dopo un paio di giri inizia a cantare, capisco al volo che questo tipo fa sul serio.
Non fa in tempo ad arrivare al ritornello che il CD è già fuori dallo stereo, nella sua custodia e nelle mie mani, mentre mi avvio all'uscita dopo aver pagato.
La copertina in cartone è quella finezza che ti fa subito venire in mente la vita concreta di chi con scatole e scatoloni ci lavora, come un fattorino o un operaio che imballa i propri prodotti in una fabbrica sporca e fumosa, proprio al di là del guardrail di quell'autostrada verdognola ritratta nella foto. O forse è solo un modo più economico di imballare un CD per un cantautore di un'etichetta semi-sconosciuta anche in patria, la Badman Recording Co.
Una volta aperta la custodia è possibile vedere il cantautore seduto sulla sua poltrona, vestito esattamente come te lo aspetteresti. Si tratta di un lavoro grafico molto interessante, non so quanto originale ma di sicuro effetto. Leggendo l'elenco di chi suona e ha lavorato al disco si nota subito la quantità di strumenti suonati dall'artista: il suono dell'album è pieno senza esagerare con la complessità degli arrangiamenti, quindi di facile ascolto.
Consiglio l'ascolto del disco a tutti gli amanti del folk, magari senza troppe pretese, e agli amanti dei packaging evocativi.
Carico i commenti... con calma