Dopo un funambolico disco solita come "Get out of my yard" ci si aspettava un'altra solida conferma da mr. Paul Gilbert.

Il chitarrista che ha militato in RacerX e MrBig, ritorna più in forma che mai con un altro disco superiore, in cui ci spiega letteralmente come si suona e come ci si rinnova mantenendo sempre e soltanto il proprio inconfondibile stile sia musicale (si parla di un ottimo rock solista) che tecnico.
"Silence followed by a defeaning roar" oltre allo shred unico ed infondibile ci presenta anche l'ottimo gusto melodico del buon Paul.
Già "Get out of my yard" era un saggio incredibile di come si fa del buon shred al giorno d'oggi: era infarcito di elementi neoclassici, ma anche acustici, tratti blues e sfuriate micidiali di velocissime note, sempre tutte nel posto giusto, ed era una novità assoluta per Paul, dato che sempre si era espresso con disco solisti, ma fatti di canzoni e mai di veri e propri brani di sola chitarra.
Ora ci ha preso gusto e questa nuova fatica, oltre che ad essere nuovamente un unico solido disco di chitarra senza voci, è un piccolo passo avanti, per quanto possa esser possibile.

L'opener "Silence followed by a defeaning roar" è un ottimo inizio. Ottima dose di shred e melodia mentre "Eudaimonia overture" rappresente un'ottimo spunto per capire a fondo questo geniale interpreta della sei corde: aperture melodiche che sfociano in incredibili assoli per ricordarsi un pò le influenze che la musica classica ha avuto su Gilbert.

E' solo un assaggio: il bello deve ancora venire. "Rhino" è il classico esempio di come anche un brano di un chitarrista può divertire, essere ballabile ed essere dannatamente Rock'n'roll. Si rimane sempre sui lidi del rock dalle tinte classiche con "Norwegian cowbell". Le ritmiche fanno impazzire ma il solismo di paul è protagonista come non mai.

Dopo tanto divertimento musicale, è lecito aspettarsi la ballad di turno: "I cannot tell a lie" è solo il primo esempio di incredibile gusto e incredibile tocco musicale di questo grande artista. un brano emozionante. "Bronx 1971" evoca ancora quello sbarazzino senso rockeggiante, un pò funky. "Suite modale"  ci regala un Gilbert che gioca con i suoi pedali per regalarci suoni che ricordano violini e strumenti ad arco: accompagnato dal pianoforte crea un brano di sicuro impatto, una piccola novità che dimostra quanta versalità abbia Gilbert. Molto vario, dalle innumerevoli tinte musicali, è "The Gargoyle", una ottima piccola suite dagli inattesi elementi metal. "I still have that other girl" rinnova la melodia in una ballad dolce e romantica. Si chiude con la sorprendente "Bultaco saturno" e con il sorprendente duello "Paul vs Godzilla".

Conferma per uno dei più talentuosi chitarristi, con una esperienza ventennale, ma che ha ancora così tanta classe e così tanto da dire che potrebbe ancora, e ancora, e ancora sfornare dischi di così grande livello. Lunga vita a Paul!

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