Che strano ascoltare questo "Space Ship One", ultimo disco solista del funambolico e strampalato Paul Gilbert. Chiunque, da un virtuoso chitarrista come lui, si aspetterebbe un disco strumenatle, pieno di feel ma anche di sanguinei virtuosismi.
E invece no: Gilbert ci ha abituati a dischi solisti davvero strani e fuori dagli schemi. Tutto è incentrato sulla sua figura di cantante, di rocker, come forse lui ha sempre voluto essere inteso. Lasciati quindi i Mr. Big, ha potuto concentrarsi sulle proprie doti, e diciamocelo, il risultato è buono.  Ma nulla di più.
 Ciò che caratterizza Gilbert,  da sempre,  è sempre stata la sua attitudine un pò pazza e giocosa e la sua voglia matta di divertirsi. E di far divertire. E lo si nota, ma molto, in questo "Space Ship One". Come definirlo? Un disco da festa.  Di quelle feste americane che tanto riempiono i film alà 'American pie'. Ci troviamo di fronte quindi ad un disco di Rock&Roll ricco di sfuriate soliste e passaggi ultra veloci.  ma tiene banco la voce di Paul:  non una grande voce,  non è coinvolgente ma è di una simpatia enorme. 
Il disco si apre con la title track, che è la più "virtuosa" del lotto, bella ed è la meno adatta per "far festa"!!!. L'atmosfera giocosa e festosa arriva con le seguenti canzoni: "Every Hot girl is a rock star",  "On the way to hell",  "SVT". Belle canzoncine, non c'è che dire, ma rimangono canzonette che davvero non rimangono molto nella smemoria a lungo. Diciamo che perma un pò l'atmosfera alà Mr. Big, anche se Gilbert da solo non ne riesce a creare la magia. "jackhammer" è invece interessante:  esclusivamente strumentale,  con furiosi assoli di chitarra e uno spettacolare di batteria.
 "Terrible man" è veramente evitabile.  È superfluo dire quanto sia banale una canzone del genere,  fatta giusto per intrattenere.  "Interaction" presenta una maggior aggressività,  ma l'intento non cambia.  "G9" è l'antitesi di "jackhammer".  Una strumentale acusica,  dolce,  forse adatta per un lento in una... festa... !
 Si ritorna in un'atmosfera abbastanza banale con "Mr. Spock" mentre è dolce e abbastanza originale "Boku no atama".  E ricomincia la banalità con "Good man",  antitesi di "Terrible man".  Senza infamia nè loda la seguente canzone "wash my car",  mentre abbastanza godibile,  seppur molto lunga (oltre 6 minuti) l'ultima "It's all too much". 
Che dire. paul Gilbert ci aveva abituati a dischi un pò allegri. Questo lo è sicuramente, e molto anche. Gilbert vuole divertirci, nessuno ne rimane scontento, ma da un talento come il suo è lecito aspettarsi di più di un disco di canzoni da college movie. per carità, il disco è godibile, ma non può andare oltre la sufficienza proprio per la sua attitudine superficiale e poco impegnata.
Buon disco, ma sotto sotto c'è tanta sostanza usata maluccio.
Elenco e tracce
Carico i commenti... con calma
 
                