A volte i titoli dei film possono trarre in inganno. È il caso di "Il collezionista di carte", titolo italiano di "The card counter", film diretto da Paul Schrader e prodotto da Martin Scorsese (i due avevano lavorato insieme a parti invertite in "Taxi driver" ) e presentato in questi giorni al festival del cinema di Venezia.

È proprio così poiché il protagonista (tale William Tell, interpretato da Oscar Isaac) ha sviluppato l'abilità di memorizzare le carte giocate in precedenza nelle mani di poker (o definito "Texas hold'èm" ) per poi vincere la partita (il vocabolo inglese "counter" è infatti più adeguato). È una capacità sviluppata durante la sua carcerazione durata oltre otto anni negli USA, per il semplice motivo di aver prestato servizio militare nel famigerato carcere di Abu Ghraib in Iraq . In quel lurido posto era stato impiegato, insieme ad altri commilitoni, come aguzzino dei carcerati sospettati di aver anche solo fiancheggiato i terroristi islamici . Ovviamente, quando la triste faccenda divenne di pubblico dominio, lo scandalo e l'indignazione erano stati tali da incriminare gli autori delle pratiche di tortura (e Tell era fra questi) senza però farla pagare agli ispiratori di tali insane pratiche (ufficiali, alti ufficiali , eminenti politici..) .

Tornato libero, Tell si guadagna da vivere giocando a poker nei casinò e vincendo discrete somme, senza però dar troppo nell'occhio. E chissà per quanto tempo continuerebbe così la sua esistenza metodica (nonché il film stesso) se, un bel giorno , in una sala convegni di un casinò non si imbattesse in una sua vecchia conoscenza del periodo iracheno ovvero l'ex maggiore dell'esercito yankee John Gordo (interpretato da Willem Defoe) . Questi, da grandissimo bastardo figlio di buona donna uscito indenne dallo scandalo di Abu Ghraib, sta presentando ad un pubblico selezionato le meraviglie della sua società di sicurezza privata che sta riscuotendo un notevole riscontro commerciale. Potete immaginare come possa sentirsi il protagonista e non solo lui dal momento che fra i presenti c'è un certo giovane di nome Cirk il cui padre aveva avuto lo stesso tipo di esperienza di Tell e, una volta tornato a casa, era uscito di testa e si era suicidato .

L'incontro fra Tell e Cirk è del tutto fortuito ma tale da legarli in un rapporto cementato dal risentimento verso chi non ha pagato per i crimini commessi solo per il fatto di essere coperto dalle autorità politico militari. Forse il gioco delle carte a poker può indurre a concentrarsi su altro che non sia la vendetta , ma il richiamo del passato risulterà tanto forte da causare conseguenze mortali e dolorose per i tre personaggi con modalità sorprendenti..

La pellicola ha quindi uno svolgimento inaspettato se si considera solo la cornice della vicenda del gioco d'azzardo al banco del casinò. In ballo c'è molto altro e si tratta di questioni legate ad un passato che non passa, poiché i traumi psicologici indotti da esperienze in ambito bellico possono riemergere quando meno te lo aspetti ed indurre azioni pesanti.

Il merito di Paul Schrader è quello di rappresentare uno svolgimento inesorabile dei fatti senza accelerare sui tempi dell'azione, ma arrivando inevitabilmente alla giusta catarsi finale. William Tell, come già era stato per Travis Bickle in "Taxi driver", è una sorta di eroe solitario che si prende tutto il tempo necessario per regolare i vecchi conti in sospeso. Se Bickle era stato psicologicamente segnato dalla guerra in Vietnam , Tell è reduce dall'Iraq e da più di otto anni in carcere e ritrovarsi un mascalzone come Gordo non lo induce a coltivare pensieri ed azioni squisitamente cristiane .

Sarebbe proprio il caso di commentare che "la vendetta è un piatto che si gusta freddo" e guardando certe foto scattate nel carcere di Abu Ghraib i brividi e il ribrezzo possono insorgere anche nei duri di cuore. Purtroppo, come emerge anche da questo film di forte impatto, non c'è mai limite alla violenza non solo in certe lontane zone asiatiche (vedi Afghanistan ora tornato agli onori delle cronache) , ma anche nel nostro Occidente un tempo sicuro ed ora sempre più instabile.

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