Giugno 2000, "Binaural", sesto album di studio dei Pearl Jam, è appena uscito nei negozi e la Band di Eddie Vedder si prepara ad invadere l’Europa quando viene svelato, dalla stessa Band, che tutte le date del Tour europeo saranno prossimamente disponibili in Bootleg ufficiali nei negozi. A prima vista, rendere disponibili in doppi cd Live tutti i concerti, sembra un azzardo ma di lì a poco si rivelerà una mossa vincente; dopotutto i Pearl Jam sono il gruppo che più di tutti ha dovuto subire l’esplosione del “Downloading” da Internet (peraltro loro non si sono mai dichiarati contrari, anzi…) e le loro canzoni sono facilmente scaricabili in formato mp3 da siti specializzati e, proprio per contenere la pirateria in rete, la Band annuncia l’uscita di 28 Bootleg (poi ridotti a 25 a seguito della tragedia di Roskilde e dell’annullamento delle successive date in Belgio e Olanda) a settembre quando l’idea si dimostrerà un successo commerciale senza precedenti e i Pearl Jam si ritroveranno con addirittura cinque cd diversi nella Top 200. L’operazione, oltre a salvaguardare l’onore della Band e nello stesso tempo sistemare ogni sorta di problema economico, si rivelerà il documento ufficiale del passaggio dei magnifici cinque in territorio europeo e conserverà per sempre (anche se in formato cd) alcuni dei concerti più belli degli ultimi anni.

Il 22 giugno 2000 i Pearl Jam sono al Fila Forum di Milano per la ventesima tappa del Tour. Due giorni primi, all’Arena di Verona (Verona e Milano saranno le due uniche date italiane) la Band aveva allietato i fans accorsi grazie ad uno show di altissimo livello (Eddie Vedder intonerà addirittura "O’ Sole mio" inginocchiandosi davanti al pubblico in delirio) e ora spera di ripetersi. Il Bootleg ufficiale del concerto non sembra un Bootleg ufficiale: copertina in cartone, titolo a macchina da scrivere; data, luogo e Tracklist, nessun libretto all’interno, nessuna foto; i cd portano il marchio “20” (il numero della tappa) ma solo a toccarli si percepiscono le vibrazioni delle corde vocali di Vedder in "Of The Girl", l’introduzione allo show, cantata soffusa tra le urla del pubblico o l’esplosione poco dopo di "Grievance", cattiva come non mai. Un viaggio attraverso la decennale carriera della Band di Seattle, ventinove lampi nel buio per quasi due ore e mezza di concerto. "Binaural" è presente quasi per intero (non si capisce l’esclusione del singolo "Nothing As It Seems") ma nel complesso sono presenti tutte le canzoni più amate del gruppo come "Given To Fly", "Do the Evolution", "Jeremy" e "Betterman" (assente solo il vecchio inno "Alive").

Il cd, vuoto nell’Artwork, tenta proprio di riproporci l’emozione del concerto e si segnala per alcuni passaggi imperdibili come l’interpretazione di "Elderly Woman Behind the Counter In A Small Town" (presentata semplicemente “Small Town") accompagnata interamente dal pubblico, stessa sorte anche per "Daughter", resa ancora più bella da un assolo interminabile mentre Vedder gioca con i fans. Formidabili anche gli assoli di "Even Flow" e "Rearviewmirror" e le bellissime esecuzioni di "Corduroy", "Not For You", "Garden" e la splendida "Present Tense". Prima di "MFC", Vedder farfuglia qualcosa sulla bellezza di Roma, ma non si riesce a capire (la Song è stata scritta proprio quando il cantante era imbottigliato nel traffico della capitale; uno ci si aspetterebbe parolacce invece…). La traccia 2 del secondo cd è vuota, evidentemente una pausa prima di riattaccare con "Nothingman" e una lenta "Sleight Of Hand". Sul finire c’è spazio anche per "State Of Love And Trust", una vecchia canzone dei Pearl Jam che comparì nella colonna sonora del film “Singles” del 1992, e "Rockin’ In the Free World" ma anche per la meravigliosa performance di "Black", lunghissima, cantata con l’anima. Vedder tenta anche di abbozzare un timido italiano: “…signore e signorigrazie…” dice e il pubblico esplode.

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