Nelle moderne coordinate della musica rock i Pearl Jam restano un esempio unico di onestà professionale, impegno sociale e maturità. Una maturità, non solo artistica, ma soprattutto umana, ottenuta attraverso vicende ed episodi che hanno alternato ai trionfi le tragedie. La loro produzione discografica e le loro canzoni, ricche di idealismo tradito e cariche di rabbia, hanno sempre rispecchiato il loro vissuto. I Pearl Jam hanno scelto nel corso degli anni di proteggere la loro integrità artistica rifiutando la sovraesposizione mediatica o le lusinghe di MTV. Hanno preferito raggiungere le masse attraverso un'incredibile attività concertistica e, con centinaia di album live pubblicati, hanno conquistato l'adorazione di un pubblico che li stima. La band di Eddie Vedder ha sempre creduto fermamente nel potere della musica, strumento fondamentale per comunicare emozioni ed accomunare individui diversi. Inoltre i Pearl Jam sono dei grandi tradizionalisti e da anni proseguono sulla strada del rock già battuta da Neil Young e Who.

Chiunque voglia farsi un'idea della ricetta musicale del gruppo di Seattle e perdersi nella magia creata dai loro live shows, può affidarsi a questo lussuoso cofanetto di sette cd che comprende tre differenti concerti registrati tra il 2005 e il 2006 presso The Gorge, uno spazio all'aperto nello stato di Washington. Questi tre incredibili shows rappresentano un documento sonoro molto importante sia per i fans che per la band stessa, intenta a suonare una bella fetta del suo repertorio. Gli spettacoli sono energici, ispirati, intensi e alternano una parte dura e tirata a una parte più classicamente rock fatta di ballate che straziano il cuore. Il gruppo funziona magnificamente in ogni suo reparto e suona con passione ed incredibile trasporto alternando alti momenti lirici e di quiete a scariche elettriche, brucianti assoli e rabbia punk. Un mordi e fuggi continuo che offre un alto tasso adrenalinico all'evento. Le scalette inoltre riservano molte gradite sorprese come la presenza di brani assenti per anni dal repertorio live del gruppo ("Rats", "Leash", "Dirty Frank") o raramente proposti ("Wash", "Satan's Bed", "Undone", "Sad").

Non mancano, come tradizione, una buona serie di riuscitissime cover eseguite con personalità e pescate direttamente dalla storia della musica rock. Rimane inalterata, a distanza di anni, l'emozione che scaturisce dall'ascolto dei pezzi classici presi dai primi tre album e dalla consueta chiusura, a luci ormai accese, con la bellissima "Yellow Ledbetter", cartolina con la quale i Pearl Jam salutano il loro amato pubblico. Un pubblico in estasi per tutta la durata dello show che ritorna a casa soddisfatto e convinto di aver assistito ad uno spettacolo di rock vero e vivo suonato tutto d'un fiato e con il cuore in mano da un gruppo che crede fermamente in ciò che suona.

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