Quando si parla di Como si parla di un grandissimo Crooner, forse Il crooner per eccellenza: colui che ha bagnato e continuerà a bagnare le notti della fantasia delle nostre madri.
Egli era il menestrello impomatato che accompagnava docilmente i nostri vecchi sulla pista da ballo, quando approcciare una donna era un'impresa titanica e mostruosamente timida... non come oggi, con il rumore assordante, la pelle sempre troppo scoperta, il chewingum che sbatte pensieri e parole in un letamaio postmoderno di sesso e tacchi alti.
Io vorrei essere nato ai tempi in cui si ascoltava questa musica e ci si amava pensando di essere ad un College-Party negli States... le stesse auto, la stessa, fintissima idea di felicità, mentre le potenze schieravano le testate balistiche e i nostri vecchi bastardi rischiavano di essere inceneriti per colpa di un Kruschev o di un (ancora peggio) Kennedy.
Queste canzoni sono perle immortali... ovviamente c'è "Magic Moments", con il suo tiro da sogno deviato e Lynchiano: un Velluto Blu troppo attillato per i nostri tempi, troppo fortemente di Classe per essere apprezzato in pieno.
C'è la fantomatica "Chi-Baba-Chi-Baba My Bambino Goes to Sleep" che ci ricorda i legami di sangue e di immaginario che ancora tiranneggiano il nostro sporco immaginario da europei colonizzati, dolcemente si, ma sempre conquistati.
Amore e odio, questo è il sentimento che ci lega a codesto immaginario: un mondo fatato e tipicamente a stelle e strisce dove un gran bell'uomo impomatato e ben vestito (quanti se ne trovano oggi?) canta impassibile e romantico "When You Were Sweet Sixteen" rimandandoci immediatamente a quei tempi fatti di Chevrolet, Oldsmobile e "giardinette famigliari" posteggiate sul vialetto davanti a casa.
Una torta di mele gustosissima: ecco la vera essenza di queste toccanti ballate, intrise di una melassa che non disgusta, tanto sembrano cantate, ed effettivamente lo sono, da un uomo morto, da uno spettro di quattromila anni fa, coperto di polvere, che da un museo delle cere in rovina si muove e recita senza che i turisti lo vadano a trovare... da solo e per sempre. Il valore aggiunto è tutto qui: nel potenziale inquietante che queste songs evocano col senno di poi... come nella fotografia: un uomo anziano regge un libro, la foto è vecchissima, il titolo del libro è: "Noi Morti Che Ci Destiamo".
Ascoltate Perry Como e giostrerete anche voi nel tunnel dei ricordi, appassiti e defunti.
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