Tra i progetti collaterali nella vasta discografia di Klaus Schulze, va menzionata la serie "The Dark Side of the Moog": undici album finora usciti tra il 1994 e il 2008. Avete letto bene: la serie prende a pretesto il titolo del grande classico pinkfloydiano storpiandolo con un riferimento ai primi sintetizzatori analogici, i moog appunto, messi sul mercato negli Usa alla fine degli anni '60.
E in ognuno di questi undici album, i titoli dei brani sono a loro volta scherzose storpiature dei titoli della band inglese: basti dire che il primo volume della serie è composto di un unico brano, "Wish You Were There", per 51 minuti di durata (il cd comunque è suddiviso in 10 tracce di 5 minuti ciascuna). Nei volumi successivi si trovano altre gustosissime parodie, e vi invito a scorrerne la lista nella discografia di Namlook & Schulze.
Altra caratteristica di questo progetto è la collaborazione con musicisti: il produttore tedesco Pete Namlook, co-autore di tutti gli album, e il polivalente Bill Laswell nei volumi dal 4 al 7. La musica che si ascolta nel primo album della serie non si discosta molto dalle consuete coordinate stilistiche del tedesco: vasti soundscapes elettronici, lenta evoluzione del materiale musicale, senso di smarrimento in un gigantesco vortice che risucchia l'ascoltatore. Ma in questo album si innestano in certi passaggi, grazie all'apporto di Pete Namlook, sia morbide sfumature ambient che più aspre sonorità techno.
La musica non è comunque difficile all'ascolto; superati i primi 20 minuti di "introduzione", entra in campo un beat molto marcato che ricorda Aphex Twin (quello di "Selected Ambient Works 85-92") in certe scarne sonorità riverberate di percussione: è un episodio di circa 7 minuti cui segue una pausa di 10, per poi tornare alla ripresa di questo episodio ritmico con un tappeto di sequencer che prosegue per altri 10 minuti, prima di arrivare al finale.
Chi conosce il quarantennale percorso di Klaus Schulze nell'elettronica avrà già avuto modo di apprezzare questa particolare serie, "The Dark Side of the Moog", e il primo lavoro cui ho accennato adesso. Per gli altri, i digiuni di Schulze, sarà meglio familiarizzare con gli album solisti della sua discografia principale.
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