"La mia vita è un casino, aspetto che tu passi. . . me ne ne sto qui al bar con un bicchiere vuoto in mano" Questo è un passaggio della canzone che intitola l'album di Pete Townshend del 1980. A quel punto della sua vita le cose sembravano andare proprio così: la band con cui aveva eccitato il mondo, gli Who, il più fantastico mucchio di hooligans del rock, ridotta a un bolso dinosauro reso ancor più vecchio dal punk che pure a loro si era ispirato, il suo batterista e amico fragile Keith Moon morto due anni prima per troppa "good life"; lui stesso con la vita in bilico tra droghe e alcool, a 35 anni si sentiva un vecchio reduce. . .

Ma cos'è il genio, come diceva il Perozzi di "Amici miei"? Fantasia, intuzione, decisione e realizzazione, proprio quello che Townshend riesce a fare in questo disco, raccogliendo dieci formidabili canzoni come da tempo non ne scriveva più (e non ne scriverà, ahimè. . .), tanto che i suoi soci della band se ne risentirono non poco, per averle tenute per il suo lavoro solista. Attaccate l'ascolto con "Rough Boys", stavo per dire abbassate la puntina, perché è sul disco che lo sto riascoltando, inno e onore delle armi al movimento punk, travolgente con i suoi cori e il suo ritmo che si spezza in momenti di dolcezza, proseguite con "I am an animal" intensa e autobiografica, fluttuate tra le nuvole con le tastiere di "and i moved" e poi gioite danzando al ritmo di "let my love open the door"!

Che bel disco! Me lo ripeto da solo, e intanto assaporo la filosofica "A Little Is Enough", la title track e il rockone finale "gonna get ya", a concludere un lavoro opera di un artista geniale, tormentato ma sempre acuto e brillante, qui aiutato da ottimi strumentisti e dotato di una splendida vena compositiva, con un uso intelligente dei sintetizzatori che rimanda a "Who's next", capolavoro degli Who. Anche il suo successivo "All The Best Cowboys Have Chinese Eyes", pure se meno fortunato nelle vendite, è un bel lavoro, ma è qui che si prova davvero il piacere di ascoltare il "classico" suono di Townshend.

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