Nei giorni passati, in quelle fredde giornate vuote di Natale, dopo aver trovato finalmente qualche ora libera ho deciso di mettere su un film per tornare al cinema dopo un mesetto in cui avevo tralasciato completamente questa materia. Senza alcun titolo in mente e mosso soltanto dalla voglia di guardare qualcosa, mi sono ritrovato tra le mani codesto "The Kingdom", pellicola diretta da Peter Berg (già cineasta di "Cose molte cattive"), uscita nelle sale cinematografiche italiane nel 2007.

Il "The Kingdom" del titolo è riferito all'Arabia Saudita, nazione in cui si svolge quasi completamente la vicenda narrata dal film: dopo un attentato in un quartiere residenziale destinato agli occidentali, alcuni esperti di terrorismo, nonchè abili conoscitori delle pratiche militari, vengono spediti sul luogo dell'incidente per fare luce su ciò che è accaduto. Quì saranno accolti dal funzionario di polizia locale Al Ghazi (Ashraf Barhom), con il quale dopo alcune divergenze iniziali stringeranno un vero e proprio rapporto di amicizia.

Presentandosi in questo modo, "The Kingdom" potrebbe sembrare l'ennesimo action movie americano nato per legittimare la propria potenza militare e le proprie scelte in campo politico. In parte ciò è vero, ma il film in questione, pur non rappresentando nulla di trascendentale, assume quantomeno un pizzico di originalità nel non dover per forza indugiare sulla violenza, sulle sparatorie e via discorrendo.

In realtà il discorso narrativo del plot si svolge attorno alla ricerca della verità, un po' quello che farà De Palma con "Redacted", sebbene il risultato e gli intenti di De Palma siano tutt'altra cosa rispetto a questa pellicola. Al di là quindi di quest'elemento e dell'ottima fotografia firmata dal nostrano Mauro Fiore (che giungerà nel 2010 al Premio Oscar con "Avatar"), il quarto lungometraggio di Peter Berg non da altri spunti interessanti, rimanendo soltanto un buon esercizio di stile. Un sufficiente film in cui non succede "nulla" per un'ora e mezza e succede "troppo" negli ultimi 10 minuti. Peccato.

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