Primo lavoro solista del Nostro classe 1947, fondatore della band krautrock dei Between, pubblica questo disco che esce per la Vertigo e che segna l'inizio della sua carriera improntata sul minimalismo e l'estetica alla Terry Riley. Armonie molto flebili con ritmiche che vagano nell'aria, gli strumenti che usa sono principalmente il pianoforte acustico, il piano preparato, l'organo, la voce e tutti gli effetti che possono contribuire a comporre questi momenti sognanti e altre volte cupi. L'ascolto naturalmente ci proietta immediatamente verso la concezione musicale di John Cage e di Morton Feldman che nella loro vita si conoscevano e si sono pure frequentati. Atmosfere a volte spirituali velate dal confine tra oriente ed occidente al fianco di momenti tonali o modali dal respiro cosmico, il suo muoversi con incedere sobrio mi fa dire, a mio modesto parere, che ha superato ampiamente la prova del tempo risultando ancora oggi un lavoro fresco, una piccola gemma purtroppo nascosta e dimenticata ma assolutamente da riscoprire.

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