Dov'è finito il professor Keating? Che cosa gli è successo quando è uscito da quell'aula? Quando ha chiuso la porta, con gli studenti sui banchi a dirgli Capitano mio capitano? Dopo aver sbagliato, anche - certo. Dov'è finito? Cosa fa oggi? Boh, non è mica dato saperlo. Il professor Keating, quella scuola, era l'anno 1989. L'anno seguente esce questo film qua. Peter Weir, sempre. Un appartamento, un attico, a New York. Meraviglioso. Una donna, Andy Mc Dowell, talmente bella e perfetta da non farti nemmeno venire un pensiero che non sia contemplativo. Un uomo, Gerard Depardieu, talmente pieno di difetti da essere irresistibile. Un matrimonio messo in piedi così. Perché a lei serve essere sposata per costruire la sua serra, in quell'attico. Un ecosistema preciso e funzionante. E perfetto, intoccabile. E a lui, spiantato musicista francese o africano, serve la Green Card. È tutto qui, questo film. Che poi è una commedia. E ci sono loro due che le cose non vanno come vorrebbero, che si fa la finta di sposarsi e basta. Ma devono stare insieme. E lui chi cavolo sarà mai. Lui - che si chiama Faure - e a una cena gli chiedono se è parente, e lui risponde parente di chi? E che pianta i pomodori, in quella meravigliosa foresta di quell'attico. Lui che - per farla breve - alla fine non saprà dire il nome della crema da notte che usa lei. Loro due, che alla fine - mica finisce bene - si abbracciano. E i poliziotti devono portarlo via. E c'è una musica africana, di sottofondo. Una musica, come quella delle sue radici.
I film di Peter Weir, alla fine, sono quasi tutti uguali. Se non si guarda al contorno. Raccontano di un ambiente perfetto, preciso e asettico. E dentro a questo ambiente di un ciclone. Devastante e terribile. E bellissimo insieme. Che arriva e spazza via tutto. E non c'è verso, non c'è modo di resistergli, perché quel ciclone, si chiami Keating, si chiami Depardieu, ha dentro la forza della vita. Che cosa succeda dopo mica lo si sa. Dove sia il Keating, cosa abbia fatto dopo. Che cosa i suoi ragazzi. Dove siano Andy McDowell e Gerard Depardieu. Se lei alla fine abbia deciso di rinunciare alla sua serra. Se lui sia davvero un musicista. Che cosa ne sarà di loro. I film di Peter Weir sono un po' tutti uguali, se non si guarda al contorno. Io - appena posso - questo qua me lo rivedo sempre. Con lui che nemmeno riesce a dire che nome ha la sua crema. Con loro due, che nemmeno riescono a dire che cosa provano. Come un ciclone, che li travolge. E spengo, sull'ultima scena, mentre si abbracciano. Prima che la polizia lo porti via. Io - i film di Peter Weir - me li guardo sempre, appena escono. Tolto il contorno raccontano sempre la stessa storia. Forse perché poi, alla fine, non è che al regista australiano sia successo chissaché. Poi magari un giorno si decide che ne fa uno, il contorno cosa importa. Ma che ritorna il professor Keating, e dice ho sbagliato. E gli dicono ti perdono. Che Depardieu e la McDowell aprono una piantagione di pomodori in Africa. Insieme.
Magari una volta lo fa.
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