"La cosa che tutti sbagliano, quando hanno a che fare con i ragazzini, è di considerarli dei piccoli uomini. Fatti come noi, ma a livello inferiore. Parlano come noi, ma un po' peggio, pensano come noi, ma un pochino meno, quelle robe lì. Non è vero un cazzo. Non sono dei piccoli noi. Sono un'altra cosa. Sono un mondo. Completamente diverso. Sono come dei piccoli visitatori di un altro pianeta. La cosa incredibile, e bellissima, il motivo per cui ho scelto questo lavoro, è che - ogni tanto - la lingua di quel pianeta la riesci a capire. E così gli indichi la strada per il tuo, oppure no, li lasci lì, e ti rodi dall'invidia."
MC

Bene, com'è? Come andiamo? Riuscite a sopravvivere alla millesima guida su come si esprimono i giovani d'oggi? Che roba incredibile! Ma l'avremmo mai sospettata? Hanno codici diversi. E segreti! Ad esempio, pensateci un po', ascoltano una canzone, che si chiama Lucy in the Sky with Diamonds. E noi pensiamo che si tratti di un disegno, che una bambina ha fatto, alle scuole elementari, sulla sua amica Lucy! E invece no. Dice qualcosa di diverso, forse...
Oppure ascoltano Helter Skelter al contrario. E si sentono di quelle cose...

Devo assolutamente ritrovare un libro. Scemissimo. Il titolo era qualcosa tipo il menabò, una roba così. Uscì attorno al 77. Spiegava come parla(va)no i giovani (di allora). Io avevo 13 14 anni, un po' come il pirlino del film. Era divertentissimo leggere quel libro. Lo si faceva, durante quell'estate, con gli amici. Non ne azzeccava una. Sono tuttora turbato dall'espressione: ho l'elastico rotto. Significa(va) la tua ragazza ha perso la verginità. Non ho mai - nella mia lunga vita - sentito uno che si esprimesse così.

Però lo diceva il libro...

Oppure una decina d'anni fa, quando ho chiesto a una collega di lettere di farmi la sinossi di Anna col booster. O un giorno qui nella via Griglia, che tutta la pausa pranzo la si è dedicata all'interpretazione di Ciny di Sferaebbasta (a te non ti pompa fra ti fa un pampero causò una netta divisione tra i commentatori).

Robe vecchie, indubbiamente. Oggi ci sono i giovini. Parlano un linguaggio tutto loro. Non è mai successo! Comprate il nuovo vademecum!

E poi... e poi uccidono! Uccidono i loro coetanei. Uccidono sé stessi! E' incredibile. Non è mai capitato! Ai miei tempi c'erano sì dei ragazzi che morivano. Ma per robe serie, tipo aver imbrattato un manifesto di fasci! Oppure perché si sparavano merda nelle vene! E certo sapevano il perchè! Mica come quelli di oggi. Questi nemmeno sanno dire come mai!

Beh, la risposta è facile. Ce la fornisce ogni quotidiano, ogni rivista, nel supplemento allegato. C'è internet! C'è Instagram, c'è Tik Tok! Questa cosa che in tanti posti la stanno vietando ai minori. Sapete, ha degli effetti spaventosi. Ai miei tempi nooooo. Per dire, contro la musica rock, portatrice del demonio, non si espresse persino un papa...

Ecco, insomma, lo avrete capito (dal titolo più che altro). Ho visto Adolescence. Tutto per intero, una domenica pomeriggio. Quattro ore di reality. Girato così, come un reality show. Come un necessariamente minuscolo grande fratello. Sulla storia di un ragazzino che ha ucciso una coetanea. Sotto, forse, c'è una storia. Di cyberbullismo, di revenge porn, di robe così. Mica si capisce bene. Lo scopo non è quello di indagare, di raccontare la storia di quell'omicidio.

Le prime due considerazioni, poi, come piace a tutti qui sul debasio, passo al track by track.

Uno: cazzo, ero sicuro che fosse in sei puntate! Quindi finita la quarta cerco la quinta e penso che ci sia un problema. Cerco su un altro sito. Niente. Vado su uichipedia. Noooo è finito così!?
Due: non lo so perché, o forse sì, ma per tutte quattro le puntate penso a un film. Che pochi hanno visto e che pochi ricordano. Che si chiama K-pax.

Via col track by track (quanto ci piace)!

Puntata uno: ho sempre sognato di possedere uno di quegli affari con cui la polizia butta giù la porta. Il film inizia così. E c'è una famiglia più o meno normale da una parte, dall'altra le teste di cuoio (come si diceva anni fa). Prendono il ragazzino. Lo portano via. Dietro l'angolo, dove c'è la centrale. A mio modesto avviso per essere dietro l'angolo ci mettono un po' troppo, ma tant'è. Il ragazzino è accusato dell'omicidio della compagna. Il padre arriva. La prima puntata è tutta sul primo interrogatorio, sul fermo del ragazzino. Al padre fanno vedere una filmina di una telecamera di sorveglianza. Noi non la vediamo. Ma dubbi ce n'è pochi. Il ragazzino però si dichiara innocente.

Puntata due: la più odiosa (almeno per me). Il detective e la collega vanno nella scuola frequentata dal pirlino. E' una scuola media. Io - da sempre - la chiamo la scuola sbagliata. Ringrazio il cielo che, nel 1992, quando avrei potuto, ho scelto di aspettare un anno e non andarci a insegnare. Tendenzialmente prenderei a sberle tutti. I prof, gli studenti, davvero tutti. Mi sembrano una manica di deficienti (con la i). In particolare intollerabile, a mio avviso, questa cosa per cui si dà a tutti, senza alcun tipo di conseguenza, la possibilità di sclerare. Cioè, la ragazzina viene interrogata, sclera, si mette a urlare, e tutti a dire: oh poverina! Ma che cazzo è? In un momento importante della puntata il figlio del poliziotto spiega al padre stordito che i messaggi che uccisa e uccisore si sono scambiati sembrano innocui ma non lo sono. Che ci sono dei codici. E tutti noi facciamo ooooooooooooh! Finisce con un coro di ragazzini, e poi una voce sola, di una ragazza. Cantano (male) Fragile di Sting.

Puntata tre: la più insopportabile, la peggio riuscita, secondo me. Oppure la più bella. Sono passati sette mesi. Il pirlino è in un centro per minori. La puntata è tutta sul suo incontro con una sciroccata di psicologa. Che altro che Clarice Starling e il suo bisturi spuntato. Questa al massimo ha uno stecco per i ghiaccioli. E di sicuro nemmeno lo sa usare bene. Che cosa ottiene? Niente, che fa sclerare il pirlino per un paio di volte. Che si spaventa, che non porta a casa assolutamente niente. (se non che cosa, che anche i ragazzini sclerano? La psicologa non ha mai visto Carrie lo sguardo di satana, per dire? O letto il signore delle mosche?) Qui, secondo me, il film perde una grande occasione. Io, intanto, penso a K-pax. A quando gli chiedono: ma dov'è il pianeta da cui vieni? E lui (come succederebbe a noi al suo posto) mica sa rispondere...

Puntata quattro: Secondo me la più bella. La famiglia. Passati undici mesi. Alle prese con altri ragazzini pirlini che li scherzano. Con la solita domanda dove abbiamo sbagliato. E anche - volendo - la risposta, ma cazzo, con l'altra figlia invece mica abbiamo sbagliato così tanto. Il pirlino che al telefono comunica che si dichiarerà colpevole. E il padre che va nella sua stanza, prende l'orsacchiotto sul letto, lo mette sotto le coperte, lo bacia. E io che cerco la quinta puntata.

Tutto qui? Sì, tutto qui. Ora, uno, di solito, al netto del fatto che la serie si è lasciata vedere, non è stata sgradevole, si chiede: sì, ma che cosa mi volevi dire? No, non volevi sottopormi un caso di cronaca alla true crime. Tutto ciò che era o poteva essere la parte gialla è giusto accennata e poi lasciata lì. Nemmeno parlarmi di cyberbullismo. Anche quello è davvero solo accennato. Quasi tutto è solo accennato. E riportato. Come in un reality. Come nel grande fratello (che l'unico che meriterebbe il maiuscolo è quello che suonava con Janis). Senza colpi di scena. Senza niente.
Cioè, sul serio: cosa ci volevi dire?
Non lo so, non ne sono sicuro. Però ripenso a K-pax. E anche a quella frase che ho messo all'inizio. E penso che il film avrebbe potuto intitolarsi Incontri ravvicinati del terzo tipo. E che anche tutti noi, tutti voi che siete qui a leggere, siete stati degli extraterrestri. Poi - per fortuna - non per merito, siamo riusciti a sopravvivere, a trovare una strada...

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