Piero Bevilacqua è uno storico calabrese, che da anni insegna "Storia contemporanea" all'università La Sapienza. Grande conoscitore di storia del paesaggio e geografia storica è uno dei maggiori autori italiani di quel filone delle "Annales" francese, che ha sottolineato l'importanza di una storiografia che mettesse in discussione la storia intesa come continuum lineare del progresso umano. Una stratificazione storica più a lungo termine e finalizzata ad analizzare il ruolo che il territorio ha avuto nel corso degli eventi e l'antropizzazione che ha subito e continua a subire per mano dell'uomo.
"La terra è finita" è un saggio storico/economico/ambientale pubblicato da Laterza nel 2006. Un'opera breve che indugia su temi fondamentali della contemporaneità, andando a ritroso nel passato per rintracciarne le cause e le interpretazioni storiografiche differenti. A Bevilacqua interessa soprattutto cercare di definire i processi economici che si situano dietro la crisi ambientale che si è scatenata a partire dalla seconda metà del XX secolo. In questo senso l'opera risente un po' di una impostazione chiaramente anti-capitalista, ma è il corso stesso degli eventi che ha portato gli studiosi a propendere per addossare le maggiori responsabilità dell'inquinamento odierno al capitalismo, fin dalle sue radici ottocentesche.
Bevilacqua tratteggia le linee principali di fenomeni come il "dust bowl" nelle great plains americane, le conseguenze della "rivoluzione verde", la discussione sugli ogm, nonchè le varie tappe normative che hanno portato ad una maggiore coscienza ambientalista durante gli ultimi decenni.
Un libricino interessante, che non va in profondità ma che si "limita" a dare le coordinate necessarie per approfondire aspetti fondamentali della nostra società. Una di quelle letture che incuriosisce e che spinge ad immergersi nella materia. Stile molto lineare, discorsivo e quasi del tutto privo di tecnicismi. Una lettura stimolante.
Carico i commenti... con calma