PIERO PELU' -  FENOMENI TOUR 2008

"Una serata in nome del rock sanguigno; musica impregnata di cultura, questa è l'esperienza artistica di Piero Pelù, che ha fatto "pogare" i suoi fan Lombardi in questa notte ricca di emozioni e indimenticabile."

Il concerto inizia giustamente alle 10,00 in ritardo, tra la folla c'è un cartello magnifico: "Wanted - Il bandito Pelù", ed io appena munitomi di maglietta e tessera del fun club ufficiale di Mr. Pelù, incito la sua entrata in scena con il pubblico del Palasharp, parecchio vuoto, forse per via della festa del partito democratico svoltasi in contemporanea all'esterno del locale; tra i presenti fan di tutte le età in maggioranza giovani sui 25/30 anni.

 Dopo l'esibizione del gruppo spalla, le nostre richieste vengono esaudite ed ecco che come per magia fa ingresso Piero e la sua band composta da Daniele Bagni al basso, Paolo Baglioni alla batteria, Cosimo Zannelli alla chitarra e Federico Sagona alla tastiera.

Dalla mia posizione, perfettamente centrato e comodamente seduto sulle seggioline rosse, posso vedere tutto il palco senza problemi.

La serata si apre sulle note di Proibito ed io come altri in sala, con birra in corpo e rock nel sangue inizio a cantare a squarciagola come un matto. Con questa canzone che apre il concerto, Piero sembra non abbia perso lo smalto di un tempo e più rabbioso che mai ce lo dimostra in modo efficace con una critica alla società attuale, che descrive un mondo limitato in tutto, dove niente è più effettivamente libero, dalla droga alla vita sessuale

 Nell'aria si riesce quasi a respirare l'essenza del sound tipico litfibiano, non poteva scegliere una canzone migliore come apertura.

 Cambio posizione all'inizio di Gira nel mio cerchio per vivere sotto il palco l'energia del vero rock, che come diceva Ghigo deve essere percepibile con una sensazione fisica di pancia. Salto e canto a gomito a gomito con gli altri fan. Piero, più attivo che mai, sembra tornato nel passato, salta da una parte all'altra del palco, sorseggiando una birra, mostrando al pubblico la vera vivacità ed energia del Rock puro.

 Acustica buona, volumi altissimi da spostamenti d'aria; buono anche il settaggio delle luci.

 La serata sembra procedere per il meglio con altri cavalli di battaglia degli ormai defunti Litfiba da cui sembra sia resuscitato dalle ceneri il cantautore toscano che ci dimostra di non aver perso la grinta di un tempo eseguendo un eccellente esibizione di Gioconda. L'eterno ex Litfiba, attuale potente icona del rock italiano, racconta che questa canzone è stata suonata dal vivo per la prima volta, 17 anni fa proprio in questo palazzetto dello sport, all'epoca di El Diablo Tour.

 Si dimostra un vero animale da palcoscenico intrattenendo il pubblico con parole inneggianti come: "chi si è sposato nel arco di tempo di questi ultimi 17 anni? In alto le fedi bastardi, il papa sarà contento!" .

 Il pubblico in sala aumenta, il palcoscenico viene ricoperto da ghiaccio secco molto d'effetto coreograficamente, Piero imbraccia la chitarra e suona Tutti fenomeni, prima canzone nella scaletta del suo repertorio da solista nonché il primo singolo estratto dal suo ultimo lavoro Fenomeni.

 Il frontman ci delizia le orecchie con altri brani di successo del repertorio litfibiano come: Fata morgana e Vivere il mio tempo, quest'ultima molto apprezzata tra i presenti.

Senza stacco si passa a Bambino, eseguita da Piero in ginocchio utilizzando mimiche gestuali degne di nota. Durante l'esibizione sopra il pubblico vengono lanciati palloncini gialli.

L'incubo degli annoiati è realtà con Paname, durante la performance il cantautore fiorentino ha spesso sostituito la parola Paname con Milan: "Saremo tempesta, tempesta e calore - la ghigliottina di ogni legge ad personam - Paname, Paname - A Milan blase' ".

Non è finita, anzi siamo solo all'inizio, senza riposo Il Diablo si diletta in un ottima esecuzione vocale di Cangaceiro; indubbiamente l'esperienza vissuta di 25 anni di carriera è facilmente percepibile nella sua qualità canora, soprattutto nei ritornelli. Durante l'esecuzione Piero Incita il pubblico a battere le mani e successivamente posa allargando le braccia come se stesse volesse abbracciare i suoi fidi ammiratori. La migliore di tutto il concerto soprattutto per i cori che hanno infiammato il pubblico.

 Molto bella e carica Toro loco, che si apre con un brevissimo intro Acappella molto d'impatto: "Siete pronti a scatenare il pogo più devastante di tutta la serata?! ". Piero intrattiene e diverte il pubblico puntandogli il microfono contro e incitandoli a cantare.

 Una Pausa spezza la scaletta, e mi sembra anche giusto anche perché stavo stramazzando al suolo sudato, quasi senza più voce e senza più l'udito!

 Piero riapre le danze con Viaggio una rock-ballad sempre dell'ultimo album. Con un augurio dedicato al partito democratico che continui verso il loro viaggio.

 La band ci propone Amore diablo, la meno convincente del concerto.

 La scaletta prosegue con Nato Qui, dedicata ai nativi milanesi, il rocker mette in luce la sua determinazione sul fatto di non arrendersi all'omologazione, alla cementificazione delle teste.

 Con l'acceleratore spinto sul rock si passa a Mamma madonna come ha raccontato Pelù, è un brano dedicato alle Mamme Coraggio dei desaparecidos, che nel 1977 "urlarono in silenzio" a Plaza de Mayo di Buenos Aires, in Argentina,  per chiedere giustizia per i loro figli uccisi durante la dittatura militare.

Gloria per le orecchie dei nuovi fan, quando la band ha iniziato a suonare Prendimi così, con l'accompagnamento del singer anche alla chitarra.

Nuova energia, ad alto tasso elettrico con Tribù, il primo singolo del penultimo album In Faccia, cantato a squarciagola dalle prime file di fan, che si dimenavano contro le transenne in delirio sul ritornello.

 La band con un forte impegno sociale suona Ufo su Firenze. Gli extraterrestri a cui fa riferimento Pelù hanno occhi, gambe, braccia come noi. La pelle, quella sì, spesso, è diversa: non verde, ma scura. Sono i lavavetri a cui l'amministrazione comunale fiorentina, la scorsa estate, ha dichiarato guerra con la famigerata ordinanza. Sono gli ultimi della società, che fanno molta più paura di un attacco da Marte. Che sfuggono ad ogni ordine prestabilito: sociale, economico. Per il rocker fiorentino, le mani tese ai semafori diventano simbolo delle storture politiche di questi anni. La presenza scenica è notevole e straordinaria, Piero sprigiona energia e carisma da tutti i pori, si e ci diverte facendo roteare il microfono sopra il pubblico.

 Si prosegue con Bomba boomerang; forse la migliore canzone contro la guerra di Piero dedicata a Gino Strada, anche se a detta sua, ci riferisce in modo sarcastico che le dediche non vanno più di moda.

 Un altro omaggio alla cultura nomade, il gruppo suona eccezionalmente una vecchia canzone molto  popolare del suo ex gruppo: Lacio drom. Non me la scorderò mai; tra la folla riesco ad imbucarmi sempre più verso il palcoscenico,  ad un certo punto mi ritrovo in uno spazio vuoto in mezzo alla folla, ci metto poco a realizzare che sono nel bel mezzo di un mosh quando un energumeno a torso nudo sudatissimo e urlante, mi prende per la maglietta con entrambe le mani e inizia a strattonarmi in mezzo ad un'area circolare sgombra nei pressi delle prime posizioni sotto al palco. Divertente, ma anche un po' scioccante, dal momento in cui mi riesco a liberare dall'energumeno anche io inizio a spintonare e a pogare come un matto. Durante il mosh si scatena anche una paurosa rissa  tra due colossi; spettacolare, "ci vediamo fuori" urlava il ragazzo mentre lo trattenevano! Piero ha commentato la vicenda in modo ironico dicendo: "il ragazzo che vuole fare rissa mi garba una cifra".

 Finita la canzone mi ritrovo la maglia tutta slabbrata e una bruciatura di sigaretta sul gomito.

 Siamo quasi alla fine di questa serata memorabile, Piero presenta il suo gruppo e anche la mascotte ( un simpatico maialino che rutta al microfono) non mancano i ringraziamenti allo staff.

 Ci concede un bis dopo alcune minacce intimidatorie dalle prime file quali: " Dove cazzo vuoi andare? Tu stai qui! Non ti lasciamo tornare a Firenze".

 L'ultima canzone che chiude il concerto è Lo spettacolo con un ritmo trainante e qualche aggiunta di assoli strumentali ben capitanati da un timbro vocale inconfondibile. Durante l'esibizione anche il frontman si toglie la maglietta e la lancia in direzione del pubblico, ma con un effetto boomerang torna sul palco.

Un ottimo modo per chiudere un concerto.

 Piero ormai allo stremo delle forze, dopo un concerto di 2 ore, scende dal palco e saluta di persona le prime file di ammiratori! Segue un lungo e meritatissimo applauso a lui e al suo gruppo. Il concerto conclude a mezzanotte. 

A fine concerto rimango 5 minuti sotto il palco speranzoso di riuscire ad ottenere la maglietta di Piero, ma gli incorruttibili bodyguards del rocker stroncano la mia richiesta e la portano via, BASTARDI!

In conclusione: il pubblico scalpitava a ritmo delle note di Pelù, che cantando e lanciando messaggi di solidarietà, pace e legalità, ha dimostrato, ancora una volta, di essere un artista sensibile alle problematiche sociali e, nel contempo, l'animale da palcoscenico di sempre. Il concerto, diviso tra la fase dedicata alla sua carriera da solista e la fase dedicata agli "Oldies - Goldies ", ha avuto una durata di circa due ore... I fans accalcati alle transenne sotto al palco hanno cantato e ballato per tutta la serata in visibilio per il loro idolo, naturalmente senza prendere sonno il giorno dopo mi ritrovo con delle occhiaie da paura e i fischi nelle orecchie. MA NE E' VALSA LA PENA!!!

Meno belli i brani dell'ultimo album rispetto a quelli dei Litfiba ma comunque una spanna sopra a tutti gli artisti del panorama italiano attuale.

 Giudizio notevolmente positivo, Piero molto carico e la band più che buona.

 Piero Pelù è come il buon vino, più tempo passa e più buono diventa.

 

Alessio Fornaroli

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