L'abito non fa il monaco, dice un vecchio proverbio e mai come in questo caso la diceria corrisponde a verità. Tanto è bella la copertina col suo "velato" doppio senso e tanto è scialba e noiosa la musica di questo reduce sexpistolsiano, baciato non si sa come dalla fortuna un decennio prima assieme alle pistole sexy. Musica ad alto tasso di ripetitività, con riff molli come una tavoletta di burro esposta al sole d'agosto, cantata in maniera odiosamente monocorde da un "cantante" perennemente con l'aria di chi prende per il culo (ma del resto, il personaggio che si è costruito è questo e quindi, perchè cambiare?!).
Impossibile ascoltarlo per la seconda volta a meno che non si sia adepti del genere o teste di cazzo della peggior specie (tipo quelli che risponderanno indignati nei post sotto...). I brani sono piatti e quasi irriconoscibili uno dall'altro ed emanano un tale scoglionamento che, per reazione, viene quasi da ridere a pensare quanti milioni di persone John Lydon e soci abbiano preso per il culo in anni e anni di militanza punk... Si diceva "la grande truffa del rock'n'roll", prima e dopo, aggiungo io, appunto con questo album che, sentito a distanza di anni, mi ha ratrizzito le palle a dismisura. Furbi loro o minchioni noi? Peccato per la copertina, vero e proprio "cult" della grafica anni '80, ripresa e riprodotta nei migliori libri del genere. Peccato davvero. That What Is Not: parole sante!!
Elenco tracce e samples
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Altre recensioni
Di madamedubarry
"Il marcio non ha mai cantato così bene, sembra un muezzin che grida dalla torre più alta di una centrale nucleare in fiamme."
"'That What Is Not' è l’ultimo album in cui ha suonato John McGeoch, uno dei più grandi chitarristi di sempre."