L’etichetta “Bar la Muerte” sta facendo davvero un grande lavoro per proporre cose nuove al proprio pubblico.
Non so per quanto tempo i “senatori” della scena alternativa di casa nostra riusciranno a rimanere aggrappati alle loro poltrone ma certamente i Pin Pin Sugar un qualche spazio lo meritano.
Il loro stile è un jazz corroso da distorsoni e sperimentalismi, frutto di un grande lavoro di ricerca sonora, compositiva e tecnica. Certamente non è un progetto consueto quello del trio milanese e lo si evince dall’attitudine intellettuale dell’album (36 pezzi, 36 minuti), in un lussuoso cartonato color prugna, dove veramente si incontrano rimandi a qualsisi cosa da John Zorn ai Sonic Youth, da Caetano Veloso ai Metallica senza farsi alcuno scrupolo.
Il gruppo più prossimo a loro credo siano i Primus, quantomeno per il basso in evidenza che dà il ritmo all’intero album. In generale è la sezione ritmica che la fa da padrone dimostrando grande coesione all’interno della band, anche se ho trovato più efficaci gli episodi in cui il sax, la tromba o la chitarra si ritagliano un proprio spazio.
Non so quali siano i trascorsi accademici dei musicisti ma certramente il livello di preparazione tecnica non è roba da tutti i giorni. Si tratta comunque di un disco non facile.
Banalizzando si potrebbe dire che incrocia il jazz con l’hardcore. Se siete dei puristi dell’uno o dell’altro genere lasciate perdere. Per conto mio ho deciso. Gli album dei Quintorigo li regalo a mia cugina tanto adesso ho i Pin Pin Sugar.

Elenco e tracce

01   Schnauzkrampf ()

04   Deus Sive Natura ()

06   You Have No Shrimp ()

08   American Blend ()

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