Ed eccoci ai Pink Cream 69. Non so se all'epoca, quando nacquero, sorsero problemi per il nome della band (dal vaaaago ma proprio vago, riferimento sessuale!) ma non è questo che importa alla fin fine (l'importante è che ci piaccia la gnocca a noi!).
Come gran parte di voi sapranno, i Pink Cream 69, sono più che altro conosciuti per essere solamente la "Ex" band di Andi Deris, che oggi canta negli Halloween. Devo ammettere, che ho tirato un respiro di sollievo quando se n'è andato da questo gruppo (nonostante con loro abbia prodotto alcune delle loro cose migliori), perchè, diciamocela tutta, come cantante per me continua ad essere pietoso!!!
Nati, se non sbaglio, grazie ad un concorso indetto da Kerrang, rivista inglese prima dedita al metal poi diventata modaiola, i Pink Cream 69 si formano nel 1987-88, ma il primo album omonimo arriva nel 1989. La band è formata da Andi Deris (voce), il leader statunitense Dennis Ward (basso), che oggi è diventato anche un grande produttore, il tedesco Alfred Koffler (chitarra) e il greco Kosta Zafiriou (batteria). Il loro sound venne erroneamente collocato fra lo street metal, anche se sinceramente si tratta di uno street metal di stampo tedesco, ovvero di una fusione fra l'hard rock tipicamente americano e il power tedesco alla Gamma Ray: quindi una proposta mooolto ma molto interessante! Tuttavia il loro album d'esordio è piuttosto acerbo, anche se contiene alcune canzoni decisamente belle per quel periodo.
Spari di fucile e pistola degne del miglior western con Bud Spencer, aprono alla serratissima "Take Those Tears": sezione ritmica ineccepibile e tecnica precisa, che solo un doich sa fare, buoni assoli di chitarra, coretti al punto giusto, ma la rovina è la voce sempre forzata di Deris! Che Dio (e Debaser) lo fulmini! "Sugar For Love" è decisamente più cadenzata e Deris sembra stavolta cantare! Come song non è male soprattutto per il break a metà canzone ed è una delle migliori di questo disco. Leggermente sotto tono invece "Rolling Down A Thunder", che nonostante una buon intro basso/batteria suona piuttosto anonima. "One Step Into Paradise", da cui fu estratto pure un video, è una delle canzoni più belle dell'album e difatti delineerà le coordinate future della band: ovvero riff molto impostati e cadenzati che poi sfociano in un quasi power, per non parlare dei cori, che sono sempre stati azzeccati e mai fuori luogo! Arriva la ballata di turno ovvero "Close Your Eyes": come ballad, devo essere sincero non è che sia sto granchè...infatti non mi ha mai detto nulla di buono ed è abbastanza trascurabile. Un buon highlight invece lo rappresente "Welcome The Night", da sempre un appuntamento fisso nei live, dove la band ha sempre dato il massimo, suonando pari pari come su disco (sono proprio tedeschi, non c'è nulla da fare anche se non tutti i membri del gruppo lo sono!). La canzone presenta finalmente un pizzico di melodia veramente buona giusto all'inizio per poi esplodere in un ottimo hard rock fatto con le palle e col sudore.
Molto tirata "Partymaker", canzone abbastanza banale secondo me, che non gode proprio di una buona stesura, ma che fa vedere come la band, quando deve spingere sull'acceleratore, ci sappia fare! Anche "Hit The Bottom Row"è un altro apice del disco: riff cadenzati da Koffler (fin troppo sottovalutato come chitarrista), cori fatti a regola d'arte, per non parlare della restante sezione ritmica, composta da Ward e Zafiriou che integrano alla grande con il loro supporto rispettivamente al basso e alla batteria. "Parasite" invece è piuttosto bruttina come canzone e secondo me anche dal testo stupido (visto che circola una mosca durante la canzone! Mah...). Molto meglio col finale dedicato alla melodica "I Only Wanna Be For You", canzone pregevole arricchita dalle tastiere e da cori di buona fattura. Nella versione in cd si possono trovare delle bonus track, però sono alquanto inutili. Vi scrivo solo i titoli, ma non le voglio considerare facenti parte dell'album, altrimenti dovrei mettere uno per quanto sono brutte: "Child Of Sorrows", "World Of Promises" e "Shadows Are Falling".
Nel complesso il primo album omonimo dei Pink Cream 69 non è male, ma è dotato di un songwriting alquanto acerbo e di una produzione non certo buona anche per l'epoca. Però, già in alcuni punti, mostrerà quello che saranno i Pink Cream 69. E' anche vero che ho decantato parecchie canzoni dell'album, ma non si merita 4 e solo 3 perchè un punto lo devo levare per la voce di Deris sono spiacente! Andrà meglio in ogni caso con "One Size Fits All".
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