La fine degli anni '80 coincide per Pino Daniele con un giro di boa importante. Il decennio successivo allargherà di molto la fascia dei suoi ascoltatori raggruppando a sé anche i ragazzi più giovani, che saranno accontentati da ascolti più semplici e diretti.

"Mascalzone latino" è la testimonianza della maestria del Pino alla chitarra classica, della sua prorompente energia partenopea  e delle ballate romantiche. Quest'ultima categoria di brani, uno stile sviluppato proprio nella metà degli anni '80, accomuna i pezzi con precisi stili di fraseggio chitarristico, di velocità, di arrangiamenti, di approccio vocale, il tutto mirato alla creazione di un'atmosfera riconoscibile in particolare in due brani di questo disco: "Carte e cartuscelle" e "Ammore scumbinato". Sono i brani del Pino che ci aveva poco tempo prima sorpreso con "Qualcosa arriverà" (colonna sonora del film "Le vie del Signore sono finite") e del Pino che negli anni novanta sfornerà altri pezzi molto toccanti.

Dicevamo però che "Mascalzone latino" è un album anche grintoso (una curiosità: dà il nome e il logo alla ben nota barca delle gare di vela nazionali). In primis sono allora da menzionare "Faccia gialla", "'A speranza è semp' sola"e "Giungla": pezzi ricchi di groove che contrastano con il sapore mediterraneo dei riff di chitarra classica. Chitarra che in questo disco soppianta completamente l'uso dell'elettrica. Le prestazioni vocali di Pino in questo album sono elevate, avendo punti di forza che vanno da una larga dinamica ad una sentitissima interpretazione. Nell'apripista "Anna verrà" infatti la voce riesce ad essere rabbiosa, in alcuni punti quasi aggressiva, anche se il pezzo è sostanzialmente una ballata (dedicata ad Anna Magnani). Degno di nota il basso elettrico di quella che è la canzone che negli sarà la più ricordata del disco e protagonista di una reinterpretazione nella raccolta "Yes I know my way" del 1998. L'atmosfera di "N'ata stagione" fa pensare ai paesaggi di quegli arcipelaghi del sud Italia dove lo stile di vita è quello di una volta. Isole dove protagonista è il mare scaldato da un sole spietato che però è l'essenza di questi angoli di paradiso. "'O 'mericano" è dedicata ai tanti soldati statunitensi le cui famiglie hanno fatto di Napoli e provincia la loro seconda patria. "Aria strana" non smentisce il carattere del mascalzone latino col suo stile meridionale che non è però da confondere con la musica delle altre regioni; quando si parla di Pino Daniele, si sa, ci si riferisce alla musica del Vesuvio. Simpaticissima (anche nel titolo e nel finale) è "Sambaccussì". E' una canzone d'amore che come sempre il Maestro riesce a presentare in vesti completamente diverse dai canoni del resto del panorama musicale.

La musica di Pino è sempre espressione di una personalità viva, sempre critica, che conosce i piaceri della vita ma anche i suoi ostacoli e i suoi dolori. Con la musica si ambisce ad un'esistenza che apprezza tutto ciò che il mondo offre di bello, un'esistenza dedita alla modellazione degli eventi di tutti i giorni per far sì che assuma la forma e il colore che a ciascuno si addice.

Senza dimenticare il senso estetico necessario a carpire, dalla vita, tutto ciò che la rende unica.

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