...ma perché, anche il garage può evolvere? Assolutamente sì, e basta pensare ai Plan 9 ed al loro «Keep Your Cool And Read The Rules», inarrivabile summa del genere ...

Manco fossi Luzzato Fegiz, estrapolo qualche riga da un mio precedente, autorevole scritto per giustificare il seguito.

Partiamo da un assunto incontrovertibile.

Esiste il garage di Neanderthal, brutto, sporco e cattivo, in cui eccellono Gravedigger V e Morlocks.

Esiste, poi, il garage evoluto, che a parole non so bene cosa sia, ma «Keep Your Cool» ne rappresenta sicuramente la summa.

Azzardo che il garage evoluto è quel genere che, pur mantenendo stretti legami con il suono delle varie «Nuggets» e «Battle Of The Garages», tuttavia lo tramuta in qualcosa di talmente inaudito da piacere perfino a quella capra di tuo fratello, che è ancora fermo a «Love Beach» degli E.L.P.

Bene, tanto per dire, qualche tempo fa capita a casa mio fratello (uno a caso) e, nel bel mezzo di «Poor Boy», si lascia andare ad un commento soddisfatto. «Cazzarola - rispondo solerte - sono più di vent'anni che questo capolavoro gira sul piatto e te ne accorgi solo oggi? Pirla - concludo con affetto». E questo illuminante aneddoto fuga ogni dubbio sul valore di «Keep Your Cool».

Oddio, devo dire che il mio fratellone è stato pure fortunato ad imbattersi in «Poor Boy», il migliore del lotto, per cui parto da qui.

Ragazzi, a me questo pezzo fa letteralmente impazzire, e se avete già porto le orecchie al link appena sopra avrete capito perché. Roba che ha quel riff chitarristico che paiono i Dire Straits fuori di testa poco dopo essersi fatti di un qualche acido andato a male; e poi quel lungo inserto free-jazz (free-jazz??? Free-jazz!!!) che pare, nell'ordine, «Funhouse», «Black Girls», «Next To Nothing». Ora, ditemi voi se siete mai incappati in una contaminazione tra garage e free-jazz o se prima d'ora potevate minimamente figurarvela: se la risposta è sì, avete già sperimentato il garage evoluto.

Epperò è d'uopo un passo indietro, per dire dell'iniziale «That's Life», altro brano da sballo assoluto, perso com'è tra rallentamenti ed accelerazioni e cambi d'umore e sensazioni uno via l'altra. Tanto che la prima volta che approcciai «Keep Your Cool», provenendo dall'esperienza del garage neanderthaliano, pensavo che «That's Life» fosse, tutte quante insieme, «That's Life», «Poor Boy» e «The Beast Was An Old Tale». Poi, quando imparai a contare, mi resi conto che sul lato A c'erano in totale sei brani ed i conti non tornavano, per cui compresi che «That's Life», per quanto assurdo, è u-n-a-s-o-l-a canzone. E, orpo, ci sono più idee in questi cinque minuti, quasi sei, che in tutta la discografia dei Fuzztones!

Già, c'è pure «The Beast Was An Old Tale», e che dire? Magari che per i primi dieci secondi pare un brano garage non evoluto, ma poi, sarà per qualche vocalizzo strampalato o per qualche schitarrata qua e là, mi tornano in mente addirittura gli Iron Maiden in versione Dire Straits (sempre fuori di testa, dopo essersi fatti di un qualche acido andato a male), o forse sarà solo per il fatto della bestia; ma, comunque, questi numeri i Maiden non li hanno mai contati.

Tanto che ci sto, non mi trattengo e ci butto in mezzo anche i Devo ed, oplà, ecco la robotica/psicotica «Machines».

In questo bailamme, un solo brano "normale", il brevissimo blues acustico «Face In The Box».

Ora, guardandovi indietro, penserete «Cavolo, ci avrà raccontato dell'intero disco». Macchè, vi ho parlato solo di quello che trovate sul lato A, anzi manca l'opprimente «For Hillary», per cui vale quanto cantato da Ian Curtis in «Decades»: weary inside, now our heart's lost forever. Qui, però, è solo questione di sensazioni.

Prima o poi, arriverà anche il lato B di questo disco davvero epocale e decidete voi se prenderla come una promessa o una minaccia.

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