Questi non sono i Pooh.

Dimenticatevi canzoni come "Tanta Voglia Di Lei" e "Chi Fermerà La Musica", perchè in questa recensione affronteremo un gruppo del tutto diverso (ovvero quasi del tutto...) dai Pooh che tutti conosciamo. La primissima formazione, datata 1966 è composta da: Valerio Negrini (batteria), Mauro Bertoli (chitarra), Gilberto Faggioli (basso), Mario Goretti (chitarra) e dall'Inglese Bob Gillot (tastiera). Dopo qualche mese se ne vanno (a quanto pare vengono cacciati...) Gillot e Faggioli, poi sostituiti nientemeno che da Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. Con questo assestamento i Pooh pubblicano il loro primo album: "Per Quelli Come Noi".

Il titolo ci può far presagire ad una solita canzonetta nello stile tipico del gruppo. E invece no. Come già detto, i Pooh di questo disco non hanno niente a che fare con quelli degli anni successivi, qui li troviamo in veste di contestatori. Si avete letto bene, contestatori. Siamo nel 1966, e come nel resto del mondo anche in Italia sta accadendo qualcosa, un qualcosa che cambierà la nostra società. È vero mancano ancora due anni (il famoso '68), prima che ciò si renda visibile ad occhio nudo, ma già da lontano si riesce a sentire quell'aria di rivoluzione.
I ragazzi non sono piu' quelli di una volta, e frustrati dalla vecchia morale dei padri, cominciano a farsi crescere i capelli e con qualsiasi mezzo a farsi sentire se qualcosa non gli và bene. Uno di questi mezzi è la musica. I cosìdetti perbenisti sono convinti che la strada che deve intraprendere un bravo giovane è quella di studiare, trovarsi un buon lavoro, farsi una famiglia e morire da persona qualunque. Al tempo, chi non seguiva questo "schema sociale" era ritenuto un delinquente, ma visto che questi ragazzi avevano un alternativa alla vita imposta dai vecchi, e sopratutto non vedevano nulla di male in quello che dicevano e facevano, attraverso la musica cominciarono a contestare.

Gruppi come Bit-Nik (chi non conosce l'inno "Manifesto Beat"?!) e Nomadi, in brani di tre minuti al massimo, si misero a parlare a questi signori su come la pensavano. Esempio di ciò è "Come Potete Giudicar" proprio dei Nomadi, in cui Augusto dice di non giudicare solo dall'aspetto, che non è detto se si hanno i capelli lunghi si deve essere gente senza morale, e che se loro (i perbenisti) provassero a parlare con questi capelloni, scopriranno nei ragazzi non la l'immoralità come credono, ma solo un voglia di cambiamento. L'aria di rivoluzione, finì per passare anche da Facchinetti & Co., che nella title-track si scagliano con piu' ferocia dei Nomadi contro i benpensanti:
"Voi che non vedete, non sentite ma parlate, giudicate solo, che non siamo seri come voi..."
È difficile immaginare i Pooh cantare in questo modo, non è vero?! Facchinetti, leader alla voce, nella strofa urlando a squarciagola continua "ma quelli come noi, non sanno odiare, lasciateci la forza di cantare. Non vi chiediamo niente in fondo in fondo, lasciateci soltanto il nostro mondo..."
L'arrangiamento, dato i tempi è Beat, con sfumature psichedeliche e un forte richiamo ad atmosfere Western, soprattutto per il solo di armonica nel mezzo del brano. Davvero un esibizione inedita dei Pooh!

Altri punti alti del disco sono: "Nel Buio", dallo stupefacente fraseggio di basso introduttivo e ricorrente in tutta la durata del brano. Un pezzo dalle forti atmosfere lugubri, in cui nelle liriche ci si può accorgere di un allontanamento dalla "contestazione" e un avvicinamento invece al tema dell'amore, ma non un testo banale. Da brividi i cori nel finale! - "Brennero '66" dedicata alle vittime del terrorismo in Alto Adige di quell'anno.
Brano stracensurato, ritenuto dalla RAI "politicamente scomodo" e al terzo Festival delle Rose i Pooh sono stati costretti a cambiargli titolo in "Le Campane Del Silenzio" e di conseguenza ammorbidire le liriche. E poi infine ci sono le chitarre acide di "Nessuno Potrà Ridere Di Lei", pezzo molto coinvolgente.

Un album da riscoprire e valutare, perchè i Pooh così come in questi solchi, in futuro non li risentiremo mai piu'. Incredibilmente irriconoscibili!

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