Il messaggio del Traffic a parole di Mixo, maestro di cerimonia della 3 giorni di free festival di Torino, era "trasformazione" a partire dal cambio della location dal Parco della Pellerina a Venaria Reale nelle immediate vicinanze della Reggia Juvarriana.

Trasformazione non sempre però fa rima con evoluzione.

E' stato il caso dei Primal Scream, ma forse sarebbe più corretto ed opportuno dire di Bobbie Gillespie.

L'immagine sul sito del festival lasciava ben sperare, perchè mi ricordava qualcosa di certe fotografie degli Einsturzende Neubaten: visi spigolosi, vissuti, pelle butterata, con camice slacciate con il collo anni 70 aperto.  Non ci è voluto molto invece per capire che avremmo assistito al classico buon rock di "mestiere" e che ci sarebbe stato poco, troppo poco, spazio all'elettronica di XTRMNTR il loro vero capolavoro (ad esclusione di Accelerator e Svastika Eyes)

Mi aspettavo la "contaminazione", quel melting pot musicale che li ha fatti divenire icone del brit pop anni '90 anche grazie al connubio con gli Stone Roses che gli diedero un approccio decisamente più ritmico con l'innesto del loro bassista permettendo loro fughe verso il funk di George Clinton di Funky Jam. Tutto questo è però un ricordo. La ragione è semplice, la macchina c'è ma manca la voce, l'anima nera di Denise ai cori, gli inserti dei fiati e dell'hammond. Così il rock diventa eccessivamente chitarristico che funziona bene per "Jailbird" ma non per "Rocks" che si trasforma, questa sì, in una canzonetta banale. Stesso discorso per "Movin on up". Non c'è groove, mancano gli arraggiamenti gospel.

Gillespie poi sembra un manichino di Dolce e Gabbana terribilmente invecchiato con pantaloni a sigaretta e look vagamente mod totalmente fuori dal tempo. Per tutto il concerto è monotono, immobile, con gestualità effeminate che tolgono anche virilità alla ritmica bella e convincente. Semplicemente un cantante sgraziato e senza alcun carisma scenico che fa più male di quanto lui stesso non possa pensare alla sua stessa musica.

La sensazione e' che abbiano lasciato a casa qualcosa, credo il piacere di creare un grande dancefloor e in questo caso, per il povero Bobbie non vale il detto: "It is not the age mate, it's the mileage".

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