Prendi i Dysrythmia, prendi i Behold.. The Arctopus, prendi gli Electro Quarterstaff, ovvero afferra gruppi originali e inovativi o semplicemente revivalisti ad effetto, gruppi lontani anni luce dai trend e con una personalità dettata non dall'immagine nè tantomeno dalle pose, perchè qui come non mai sono gli strumenti a parlare... Alla marmaglia aggiungici gli Psyopus, quattro degenerati con substrato grind imbastardito dal classico clangore dell'extreme metal nel senso più generico del termine e otterrai questa loro seconda fatica, un'evoluzione folle con un protagonista particolare: il chitarrista Christopher Arp.
Qui è tutto esagerato, Dalla velocità d'esecuzione (i trentadue secondi di "Play Some Skynyrd" ma in questo caso un esempio è davvero superfluo) passando per gli arrangiamenti con tanto di grugniti di maiale ("The Pig Keeper's Daughter") e nitriti di cavallo ("2") e il riffing sopra le righe, forsennato, imprevedibile e nevrotico di una chitarra esagerata anche quando le aperture ad un sound lontano dal mood sclerotico come in "Siobhanis Song", austera, vittoriana,a tratti jazzy e dal finale comunque "metallico" soprende decisamente. La batteria di Jhon Cole non si distingue come in altri progetti dello stesso folle calibro, così come voce e basso, che nell'insieme risultano comunque determinanti nell' "impastare" un modo tutto particolare di intendere l'estremo, con molta ironia nei testi ("Whore Meet Liar", "Happy Valentines Day")e un mix di elementi che vi confonderà, faticherete infatti a concepire il progetto psyopus e si rischia di bollarlo come esercizio di stile tanta è la carne al fuoco che vi troverete a "maneggiare". Se siete tra i temerari che hanno già "masticato" i gruppi citati all'inizio magari di fatica ne farete meno, disco comunque inadatto a persone poco open-mind, che non amano il rumore e le chitarre usate a mo' di pistola laser.
Tre stelline e mezzo
Carico i commenti... con calma