Certi film sono una rottura di balle talmente grande che è praticamente impossibile arrivare a concluderne la visione.

Questa ennesima Avatata supera la più ferrea forza di volontà. Arrivare a vederne la fine è opera titanica e avere la curiosità di come possa concludersi la storia è cosa da Veri Malati di Cinema piuttosto che persone normali interessate a una storiella banalotta, moscia e stitica come poche.

La trama è presto detta: Sandro Lanza (diego Abatantuono) è un attore che si ritrova improvvisamente in un brutto periodo artistico e personale. Ormai sessantenne, ha perso i capelli ed il suo fisico non è più quello di una volta. Una malriuscita operazione estetica, rende il suo stato emotivo ancora più demoralizzato ed, in prossimità del Natale, inscena un finto suicidio che però rischia davvero di ucciderlo. Ricoverato in ospedale, riceve la visita delle sue tre figlie, avute con tre donne diverse e che vivono in diverse parti d'Europa. Una volta riunite, le tre sorelle decidono di fare qualcosa per risollevare le sorti del padre: organizzano così una cena per fargli conoscere una donna, intelligente, indipendente, intraprendente, che possa finalmente dare una svolta alla sua vita.

Già questo basterebbe a far esortare tutta la platea della sala in un fragoroso "ESTICAZZI!" . Qualsiasi produttore decente avrebbe dovuto rifiutare un copione siffatto, ma PUPI PREZZEMOLO AVATI no. Pupi, che ha i suo Santi in paradiso, le cose sa come farle funzionare, evidentemente e sa come venirne sempre a capo.

Questo "La cena per farli conoscere" è una spocchiosa analisi sui difficili rapporti familiari che però non arriva a nessuna conclusione, si sfalda via via e diventa materia flacida e moscia, priva di interesse e noiosa come mai. Tutto rimane abbozzato in maniera troppo superficiale in una commedia che sfocia nel melò senza destare alcuna particolare sensazione, forse a causa anche di ambientazioni e recitazioni decisamente troppo fredde e dialoghi sempre sopra le righe.

Ma è la storia che latita da tutte le parti. Ma dove si sono nascosti gli Autori del Cinema Italiano? Quand'è che si vedranno film con IDEE originali e non polpettoni mielosi e fiacchi, ambientati in posti TRISTI, recitati in maniera TRISTE con storie che definire TRISTI sarebbe quasi un complimento... Quando, dico io... Q U A N D O?!

Un progetto che poteva condurre a ben altri risultati invece di questo filmetto para-televisivo con troppe imperfezioni tecniche e stilistiche che generano un senso di soddisfazione precario e una noia come raramente mi è capitato di vedere in un unico film. Si può dare atto che l'intento non era quello di generare sentimenti estasianti (un po' alla Antonioni dei bei tempi), ma lugubre disfattismo... si, quello che volete ma l'infelicità che trapela dai personaggi e dai loro dialoghi risulta assai goffa (Francesca Neri, ad esempio, pur credibile nei suoi modi strafottenti adulterati dall'alcool, appare nel suo insieme come una caricatura forzata non del tutto riuscita). Si salva il solito Diego, autentico istrione, che con la sua verve si cala "a pennello" nella parte dell'attore sul viale del tramonto (anche se di fatto RIFA' sempre se stesso da 20 anni a sta parte!) stendendo invece un pietoso velo sugli altri interpreti praticamente inesistenti.
Un passo falso di Pupone Avati, questo "La cena per farli conoscere" non diventerà mai IL film da ricordare negli anni. Questo è poco ma sicuro! 

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