Molti conoscono i grandi balletti, l'Overture 1812, la sesta sinfonia di Tchaikowsky, tutte composizioni che hanno ampia diffusione e programmazione in sale da concerto ed operistiche, decisamente molto meno note sono le quattro sinfonie che precedono la "Patetica" e la 5^ e questo ve lo dico sinceramente è un immeritato peccato! Certo l'uso ed abuso dei brani più celebri li rende più adatti al recepimento da parte del "grande" pubblico, lo scrivo virgolettato in quanto non parlo delle deliranti masse convenute ai concerti di musica pop o rock, ma comunque di coloro che apprezzano la Classica, che rappresentano pur sempre una minoranza elitaria dei musicofili, e ciò va a netto a svantaggio dei lavori considerati minori o di secondo piano come questa prima sinfonia del nostro eroe russo.

Eppure alla sua prima esecuzione completa (precedentemente ne erano stati eseguiti solo un paio di movimenti) il 15 novembre del 1868 da parte del grande direttore Nicholas Rubenstein, amico intimo del compositore, alla Società Russa della Musica, quindi un simposio ben esigente; ebbe un successo definito all'epoca "tremendo" infatti la platea applaudì per una decina di minuti, reclamando a gran voce l'uscita del compositore che alla fine e con notevole imbarazzo si presentò al pubblico martorizzando il cappello che teneva in mano. La cosa più curiosa fu poi che la versione rappresentata fu la prima partorita dal genio dell'autore che tagliò le aggiunte e sostituizioni "consigliate" nel frattempo da Anton Rubenstein e Nikolai Zaremba,entrambi maestri del giovane Pietro e di certo riferimenti per l'aristocrazia musicale russa, quindi in pratica era tutta farina del suo sacco, depurata di orpelli aggiunti per compiacere la potenziale platea.

Ciò nonostante la prima sinfonia non godette di grande popolarità neppure all'epoca di Tchaikowsky e venne replicata solo a distanza di 16 anni dalla "prima".......Per cercare di capire o meglio dare un'interpretazione del motivo è meglio scendere nel dettaglio dell'opera sinfonica, composta classicamente da 4 movimenti: il primo (Allegro Tranquillo) battezzato "Daydreams on a Wintry Road" ovvero "Sogno giornaliero in una strada invernale" è sostenuto da un motivo decisamente orecchiabile ed insistito tanto da poter benissimo richiamare un motivo folcloristico russo e le prime composizioni di Borodin anche se a sprazzi si può già apprezzare il tocco del Tchaikowsky più maturo. Il secondo movimento (Adagio cantabile, ma non tanto) ricalca abbastanza l'intento del compositore che vuol descrivere: "Una terra oscura ed immersa nella nebbia" circostanza sottolineata dai frequenti passaggi pesanti degli archi, anche se qua è la riaffiorano ancora richiami folkloristici, il finale assai tranquillo e sereno lascia posto allo Scherzo decisamente più mosso e vivacizzato dalla continua ripetizione della stessa figura melodica, cosa che può apparire quasi "dilettantesca", ma che al contrario ha un'apprezzabile efficacia sonora e viene seguito, a chiusura del terzo movimento, dal primo di una serie di vazer, che più avanti resero celebre il maestro, già nella seconda metà dell'ottocento.

Il finale è aperto da un 'Andante Lugubre", nel vero senso della parola, ma che tuttavia lascia ben presto spazio ad una coda in diversi momenti un po' ripetitiva e decisamente "roboante", specialmente nel finale, rivelandosi così, a mio modestissimo parere, la parte meno riuscita dell'opera; a differenza della prima che viceversa mi ha preso sin dal primo o secondo ascolto. Ma torniamo alla domanda cruciale: perché la 1^ sinfonia piacque così tanto all'esordio, mentre poco dopo e fino ai giorni nostri non se l'è filata più nessuno o quasi? La mia tesi è che al primo ascolto non è "affatto male" specialmente i primi due movimenti così intrisi di motivi certamente cari al colto pubblico russo dell'epoca, poi riascoltandola si delineano i "limiti", non mi permetteri mai di scrivere difetti, della sinfonia ovvero una eccessiva ripetitività e pomposità dei fiati, inoltre e potendo sciegliere è chiaro che se proprio proprio si deve mettere sul piatto o rappresentare una sinfonia di Tchaikowsky si finisce per optare per la 5^ o la 6^ senz'altro più mature ed evolute.

Circa l'interpretazione mi sono basato su una di quelle considerate di riferimento sia come esecuzione, ma specialmente come timbrica e resa sonora di livello eccelente, visto anche l'anno di produzione (1969), ovvero quella dell'Orchestra Filarmonica di Vienna diretta da Lorin Maazel, scomparso di recente, che fa parte dell'opera sinfonica omnia del compositore russo edita dalla Decca in 5 vinili che ha l'unico inivitabile difetto di spezzetarne l'ascolto.

Il mio giudizio è senz'altro severo, ma purtroppo dovendo arrotondare un 3,5 ho scelto d'andare per difetto lasciando il massimo punteggio ai capolavori, non pochi, del musicista russo e quello appena inferiore alle numerose opere qualitativamente migliori di questa, che tuttavia suggerisco di non sottovalutare e trascurare specialmente a coloro che vogliono avere un'idea più completa di Tchaikowsky e che certamente non li deluderà affatto, anzi al primo impatto rappresenterà una "piacevole sorpresa".

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