Nel 1992 un novellino, reduce dal lavoro di una videoteca, entra nel mondo che fin da ragazzo ha sempre amato e ha sempre guardato con interesse, condividendo una grande passione, che diventò parte della sua vita. Il suo nome è Quentin Tarantino, uno dei registi più originali dei nostri tempi: grande appassionato e fan dello spaghetti western di Sergio Leone e di Franco Nero, del cinema italiano (vecchio, ovviamente), ma anche di altri generi, come quello orientale (che poi lo ha ispirato per la sua pellicola futura che sarebbe stata "Kill Bill"), i suoi film sono pieni zeppi di omaggi e tributi ai più noti registi del genere: riferimenti al compositore Ennio Morricone, a Sergio Corbucci e chi più ne ha più ne metta. Sono film che quando li guardi per la prima volta ti viene da dire subito: "questo è un film di Tarantino", perché anche essi hanno delle caratteristiche originali: cast sempre stellare con ottimi attori, ruoli incredibili e personaggi pazzeschi da ogni punto di vista, ma soprattutto...i dialoghi: eccezionali, piedi di ironia pungente, che anche nelle scene più drammatiche le rendono spettacolari e stucchevoli: basta pensare allo stupro in "Pulp Fiction"...

Esatto, ora vorrei parlare di questo film, assolutamente uno dei miei preferiti, da grande fan del regista (ecco svelato il mistero che si nasconde dietro il mio nick). In Pulp Fiction, secondo lungometraggio dopo lo stupefacente "Le Iene", vengono rappresentate tante storie differenti che si intrecciano tra di loro: le situazioni che avvengono intorno ad esse, e intorno ai loro personaggi, sono surreali, grottesche, quasi irreali (vedi la scena del "miracolo" dei due gangster). Il cast è il migliore mai visto in un film di Quentin, insieme a Le Iene stesso. I due protagonisti mafiosi, ovvero Vincent E Jules, sono interpretati da John Travolta e Samuel L. Jackson: il primo ritorna sulle scene dopo aver recitato in film mediocri che lo hanno oscurato per molto tempo, mentre il secondo, che già aveva avuto a che fare con registi importanti del calibro di Martin Scorsese, Steven Spielberg e Spike Lee, raggiunge l'apice delle sue interpretazioni grazie soprattutto all'indimenticabile monologo "Ezechiele 25:17". Notare soprattutto la somiglianza, o meglio dire "omaggio", ai due killer protagonisti di "A Better Tomorrow" del regista John Woo, meglio conosciuto per "Face/Off", sempre con Travolta. La protagonista femminile è interpretata da Uma Thurman (insieme ai due nominata all'Oscar). Il suo ruolo, nonostante duri neanche mezz'ora, riesce a tenere in pugno lo spettatore grazie al suo fascino e al suo carattere, che lo rendono uno dei personaggi più interessanti e incredibili di tutto il film. Altri protagonisti sono i ladri Zucchino e Coniglietta, interpretati rispettivamente da Tim Roth e Amanda Plummer. Il primo, già apparso nel film "Le Iene", e la seconda è figlia del famoso e grande attore Christopher Plummer. La loro storia apre e chiude il film, e nonostante non siano di grande rilievo hanno creato uno stupendo finale, che probabilmente senza di loro non avrebbe funzionato. Infine l'ultimo personaggio che si intreccia con queste storie è il pugile Butch, interpretato da Bruce Willis. Il suo episodio, che appare nella seconda parte del film, prima del pre-finale, riesce a collegarsi benissimo, ed è inoltre il capitolo più "violento" per la presenza di contenuti abbastanza "forti".

Nel film appaiono anche altri attori in ruoli magnifici, perfetti e sensazionali, a cominciare dal signor Wolf interpretato da Harvey Keitel, altro grande attore-feticcio di Tarantino, al boss Marcellus Wallace interpretato da Ving Rhames (famoso per i film di "Mission Impossible") fino al cammeo del colonnello Koons, interpretato magistralmente dal Premio Oscar per "Il Cacciatore", ovvero Christopher Walken, grandioso come sempre, anche se per pochi minuti. La trama principale perciò si può scomporre così: due gangster devono portare una valigetta misteriosa al loro capo, marito di una moglie cocainomane, fino a quando qualcosa movimenterà la loro giornata; due ladri hanno deciso di fare il "colpo del secolo" in un semplice ristorante; un pugile scappa dalla mafia dopo un tradimento, ma prima dovrà concludere una missione. E mi fermo qui per non dare troppi dettagli. E' il film che mi ha fatto innamorare di questo regista, un vero cult che ha segnato la mia vita. Poi già dalla strabiliante colonna sonora di Dick Dale va visto per forza.

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