Una sbilenca corsa nudi nei boschi, delicata ed estatica quanto selvaggia e graffiante, inquietante quanto liberatoria. Allucinazioni sfocate di fuochi esoterici, percezione di canti mistici e sciamanici: se così nel 2005 i Raccoo-oo-oon dall'Iowa volevano figurare l'ascolto del loro esordio, io propongo un applauso.

Si parla essenzialmente di psichedelia sperimentale in caduta libera, fatta di melodie cullanti che evolvono in distorsioni caustiche. A caratterizzare e sorreggere l'intero disco sono l'enfasi quasi tribale delle percussioni, i caos chitarristici lanciati in totale freedom run e l'aggirarsi senza meta di improvvisazioni talvolta impostate come il più degno space rock.

World music torturata dal più infangato noise, si specchia nella natura regalando un ascolto complicato quanto essa. Le composizioni sono indistunguibili silhouette sottoposte a torcenti jam, ed è come se il compito di donarne una forma sia totalmente attribuita all'ascoltatore. Ma da questo ascetico fiume se ne viene sempre a galla.

Un disco dalla portata mostruosa, che vive dell'innegabile fascino di una prismatica musica psichedelica: discendente del più allucinato krautrock, ingrovigliata tra noise elettronico e vagamente contagiato da jazz malandato, alternando a ciò i suoi stacchi più cosmici ed evanescenti non può che regalare una dissonante catarsi.

E' una realtà contorta ed elusiva, ma infine decifrabile.

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