Se là fuori c'era ancora qualcuno che - vergognosamente a torto - riteneva che lo sludge fosse nulla più che un sottogenere destinato a vomitare sempre la stessa melma e a rovistarsi nella solita putrida palude sino alla fine dei propri giorni già si sbagliava in maniera evidente (pensiamo solo a cosa sono stati in grado di fare Soilent Green, EyeHateGod, Graveyard Rodeo, 16, Grief, ecc., ecc.), ma ora avrà un'ulteriore prova dell'inesattezza di tali convinzioni.

I Raging Speedhorn, nel momento in cui avrebbero potuto trovarsi in difficoltà, visto che hanno dovuto fronteggiare la contemporanea dipartita di Frank Regan e Darren Smith (cantante e bassista rispettivamente, ora sostituiti dall'ex Iron Monkey ed Helvis Bloody Kev e Dave Thompson), hanno tirato fuori tutta la loro bravura, di cui nessuno aveva mai dubitato, al fine di rilasciare un lavoro supremo.

In pratica si tratta di un corpo solido generatosi dalla fusione di heavy metal, hard/noise rock e hardcore/crust. Non andrei oltre con le descrizioni stilistiche e le varie e molteplici filiazioni che all'interno dei dieci pezzi si possono incontrare, perché è davvero la coesione (nel mutamento) a farla da padrone nella mezz'ora scarsa (questo è l'unico rammarico, non di certo un difetto) di "Before The Sea Was Built". Riff che più memorabili non è possibile immaginare. Una pesantezza sonora costante. Un continuo esplicitare sofferenza. Ipnosi musicali che non solo rovistano nel torbido, ma si concedono il lusso di rielaborare gli insegnamenti dei Tool e di trasporli in un contesto estremo, così come - con mia enorme sorpresa - hanno addirittura l'ardire di violentare quel qualcosa che di solito si chiama screamo, ma che qui diventa un'entità rantolante e belligerante.

Nonostante ciascun brano abbia una precisa identità, quel che rende l'album ancora più grandioso è il suo perenne crescere e assumere forma meravigliosamente compiuta nel momento in cui l'ultima nota lo chiude, portando a compimento un'impresa definitiva. Le capacità dimostrate dalla band britannica in occasione del quarto disco sono sintomatiche di come la progressione e mutazione messa in opera sia perfettamente riuscita.

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