Tanti dischi che ho comprato li ho presi perché era quello l'ascolto che beccavo quando andavo al negozio di dischi. Questo di oggi è uno di quelli che mi è rimasto più impresso perché alla domanda chi fossero seguì l'esortazione di darmene subito una copia, repressa nel sapere che quella era una copia privata e che per il momento bisognava attendere.

E attesi un paio di mesi per acquisire una delle prime uscite in CD dell'etichetta svedese Cold Meat Industry. Che poi mi ingarellai per un paio di anni ad acquistare tanti lavori di questa label, quella è un'altra storia. Dico solo che, a fronte di mie periodiche epurazioni, questo è l'unico disco dell'etichetta, insieme al primo degli Arcana, che mi sono tenuto.

Il perché è tutto lì, nell'ascolto. La catarsi è impersonale, la patina orrorifica non scade mai in maniera, le atmosfere oscure sono credibili perché pregne di una densità tangibile, le ombre che staglia su di noi riflettono aldilà. La resa della suggestione provocata risulta atemporale, potremo collocarla in un delirio medievale sferragliante catene, come nello scomodo labirinto all'interno di una piramide egizia, come un'odissea nella penombra aguzza di Transilvania, come un'abduction dove il rapimento alieno è in parte ricordato.

L'atmosfera da basso astrale ha il distacco di un osservatore esterno che, protetto dalla sua aura di santità, può impersonalmente visitare quei luoghi funesti che reclamano sofferenza. Il magnetismo malsano delle arie si mantiene per tutta l'opera in tiro, tanto da indurre un revisionismo alle nostre catalessi dove un'attenzione cosciente si muscola nel captare prove di tentazioni. Il bacino lugubre ci offre un'abluzione in nebbie fetide e l'infimo sussurro degli inganni del maligno è filtrato dalla lente dell'eternità che incanta il memento mori.

Ai confini dell'universo visualizziamo una Sfinge di un viola scuro che costeggia la frontiera dell'altra dimensione, dove un alto muro di onice nero delimita il cambio di essenza. La glaciale rappresentazione sonora sentenzia quel "lasciate ogni speranza ô voi che entrate" dove l'abbandono di ingannatòri buoni sentimenti permette vedute sul mondo invisibile.

Siete pronti a rispondere alla domanda definitiva?

Carico i commenti...  con calma