Mi rendo conto che il mio parere potrebbe incontrare l'opposizione di molti, ma sinceramente la resa cinematografica di "Fahrenheit 451" di Francois Truffaut mi ha sempre lasciato abbastanza indifferente. Sicuramente non è un brutto film, né tantomeno intendo impelagarmi in questioni di carattere tecnico e poi in fondo la sua colpa credo sia semplicemente il fatto che il confronto con l'opera originale di Ray Bradbury è improponibile: la perfezione del romanzo (praticamente oramai un classico della letteratura di tutti i tempi) oscura l'opera cinematografica rendendola a distanza di tanti anni o un semplice film di fantascienza degli anni cinquanta (come tale piacevole) oppure un'opera da considerarsi nell'universo del cinema di Truffaut e con tutte le considerazioni del caso che lascerei a questo punto ai suoi estimatori e ai crici cinematografici di mestiere.

Del resto di Francois Truffaut sinceramente non mi importa molto, mentre sono invece interessato in ogni caso al cinema di fantascienza e pure senza grandi aspettative ho guardato con interesse questa nuova trasposizione cinematografica del romanzo di Ray Bradbury e che chiaramente viene riletto alla luce della tecnologia contemporanea e considerazioni che rimandano le vicende di Julian Assange e WikiLeaks e in generale la circolazione delle informazioni sul web. La trama, va da sé, è pressoché la stessa, solo che ai libri (che restano comunque simbolicamente poi l'oggetto principale di riferimento) si affianca altro materiale proibito: praticamente tutto quello che riguarda le arti e nella specie poi ogni contenuto multimediale che i ribelli (i cosiddetti "Eels") cercano di diffondere e preservare dal fuoco trasponendo il materiale in un formato codificato nel DNA (chiaramente non vi sono particolari specifiche tecniche su questa tipologia di operazione, la cosa non è sicuramente resa in una maniera ottimale, ma forse non costituisce del resto elemento discriminante ai fini del contenuto della storia) e mettendolo poi in circolo su Internet , che chiaramente è illegale e sostituito da un sistema di social network condiviso dalla collettività denominato "nove".

Il film è uscito solo su piccolo schermo lo scorso maggio. Diretto e sceneggiato da Ramin Bahrani, vanta un paio di pezzi da novanta nel ruolo dei due attori principali, il mitico Michael Shannon (senza dubbio uno dei migliori attori in circolazione) e il giovane Michael B. Jordan nel ruolo di Guy Montag: nei fatti proprio la dicotomia nell'evoluzione e il comportamento dei due personaggi è poi quella su cui si basa l'intero film. La produzione non è comunque scadente e gli elementi "contemporanei" introdotti probabilmente interessanti e meritevoli di approfondimenti (mi riferisco principalmente al tema dibattuto della libera circolazione di ogni tipo di notizia senza conseguenze anche a fronte di evidenti falsità), che però qui mancano. Così come poi forse alla fine si fa sentire la differenza tra uno stile classico e immortale e un tentativo comunque rispettoso dell'opera originale, di rinnovare il dibattito e però privo di una certa densità indispensabile. Leggero, si lascia guardare senza dare né chiedere molto allo spettatore.

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