Si rende necessario sgomberare in primo luogo il campo da eventuali equivoci o fraintendimenti. A mio parere, i Ramones SONO il punk.

Certo, non avranno quella carica di dissacrante provocazione dei Pistols e di altre bands inglesi, avranno un’ immagine più da metallari da strada con i loro capelli lunghi e i chiodi con le spillette in bella mostra, ma, in definitiva, ci sarà un motivo se nel mio libro di musica delle scuole elementari per spiegare brevemente cosa fosse il punk c’era la foto dei Ramones, e non quella di Sid Vicious o dei Clash.

Il punk dei Ramones fu di certo più genuino e spontaneo di quello inglese. Alle loro spalle c’erano soltanto loro stessi, con i loro strumenti acquistati con il frutto di qualche lavoretto part-time nel tentativo infruttuoso di coverizzare i Who o i Rolling Stones, e non quel lungimirante operatore commerciale che corrispondeva al nome di Malcom Mclaren.
Il fatto, inoltre, che tutto ciò avvenisse a metà degli anni 70, e, cioè, qualche tempo prima l’esplosione del punk inglese, è solo un dettaglio statistico che avvalora questa tesi. Tesi, del resto confermata, anche da Joe Strummer che affermò consapevolmente che i fratelli Ramone suonarono prima di tutti quello che si ritiene comunemente sia sorto in Inghilterra.

Dopo questa piccola ma doverosa premessa passiamo alla trattazione del disco recensito. “Mondo Bizarro” è considerato, giustamente, il disco della seconda giovinezza dei Ramones. Dopo la creazione di dischi che verranno ricordati nella storia della musica tutta come l’album omonimo di debutto, “Leave Home”, “Rocket To Russia” e il live, appunto, “It’ s Alive” infatti, gli anni 80 furono molto controversi e pregni di alti e bassi. Tra esperienze di droga e alcool che minarono la salute dei nostri, scazzottate varie e problemi con l’entourage politico americano per via delle pesanti critiche di Joey Ramone all’ex Presidente Reagan, ma anche di arene stracolme di spettatori durante i loro concerti soprattutto in Europa (sintomatico fu, in questo senso, l’ esibizione ad Amsterdam che porto a vederli quasi 250.000 spettatori), la decade ottantiana si consumò tra alti e bassi.

Sul finire del decennio, la crisi mistica di Dee Dee Ramone verso la musica rap lo portò a lasciare la band e fu scelto come suo successore C.J. Ramone. “Mondo Bizarro” è il primo lavoro dei Ramones senza il bassista fondatore (anche se dei pezzi dell’album in questione furono da lui composti) e con il suo sostituto C.J. che, tra l’altro, ci delizia della sua voce in “Main Man” e “Strength To Endure”. Si tratta di un album energico, sanguigno e punk rock all’ ennesima potenza, come tutta la musica e l’indole dei Ramones.
Come non lasciarsi travolgere dalla carica di “Censorshit”, feroce invettiva contro la censura, dalla rabbia di “The Job ate in my Brain”, dalla ossessiva “Anxiety” (I’m crazy, crazy, crazy, in a crazy world…), dalle rasoiate di “It’ s Gonna Be Alright” e “Heidi is a Headcase” ? Per non parlare di “Cabbies on Crack”, stupendo esempio di canzone che si discosta leggermente dai soliti canoni punk rock per via del riff di stampo quasi heavy, e della tiratissima e dissacrante cover dei Doors "Take it As it Comes”. Ma il picco dell’album, a mio avviso, lo si raggiunge nella coinvolgente melodia della raffinata “Poison Heart”, che non si può fare a meno di canticchiare.

In conclusione, rivolgo un accorato invito a tutti i ragazzi che credono che il punk rock sia quella sciatta e commerciale forma di pop che viene loro vomitata addosso da Mtv. Ragazzi, aprite gli occhi su cosa sia il vero punk rock. Fate come me che ho conosciuto il genere ed il gruppo proprio con questo album. Dopo esservi destati a nuova vita per la scoperta, andate a ritroso ed ascoltate i capolavori storici sia dei fratelli Ramone che del punk tutto. Quello vero.

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