Giorni un po' così eh? La sciatica non da tregua? L'imu non vi fa dormire sonni tranquilli? Provate a lenire i malori con i Real Estate.

D'estate a dir la verità hanno poco, siamo più su una spiaggia d'inizio novembre dove l'unica sagoma all'orizzonte è quella di un mafioso che porta a spasso il cane. Torvo e subdolo "Days" sembra volerci disilludere "Hey, siamo soli al mondo, che vuoi farci?". Non ingannatevi, facile dire che si muovono in territori dreamy, chi sono io per smentire ciò? Ma se presterete qualche pagliuzza d'attenzione noterete che la sostanza è ben altra. Come viene cantato in "It's Real" è tutto saldamente reale, lucido, ancorato all'ascoltatore al quale non è permesso distrarsi troppo. E qui sta il bello, queste chitarre acide si fanno amare col contagocce, "Out Of Tune" è propedeutica nell'avvertirci a riguardo. Melodie spruzzate di decadenza, un po' d'altri tempi come suona la bucolica "Wonder Years". La mia preferita "Three Blocks" è sull'ammosciapalle d'autore, i mugolii fra una strofa e l'altra sono il top. Anche la chiusura risulta un po' stitica con "Younger Than Yesterday" e la sua chitarra a là Grandaddy e "All The Same", pezzone ispirato e anche celatamente incazzato.

Ordunque giù le parrucche, codesti giovinotti ne hanno di magagne da lenire, uno disco da gustarsi da cima a fondo.

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