Mass-Media Stars è il secondo ed ultimo album degli Acqua Fragile, uscito nel 1974, un anno prima del loro scioglimento. Come il precedente, è interamente cantato in inglese e per questo venne stampato anche negli USA. La musica espressa non si allontana molto dalla loro prima opera, se non per una struttura delle canzoni più curata e complessa, oltre che movimentata. Restano evidenti le radici progressive di natura anglosassone, anche se questa opera, a mio avviso, ha molto della PFM. Non per nulla il loro manager Franco Mamone era lo stesso della Premiata.

Il disco si apre con la voce evocativa di Bernardo Lanzetti che ci porta nella colorata "Cosmic Mind Affair", ricca di ottimi fraseggi di chitarra sopra un bel miscuglio sonoro, condito da cori e tastiere. In evidenza anche la sezione ritmica, curata da Pier Emilio Canavera. Verso metà canzone di nuovo giochi di voce con il tema iniziale e poi un particolare intermezzo di synth, tutto molto curato.
"Bar Gazing" ci porta su atmosfere più delicate e sognanti dove Lanzetti esibisce la sua famosa voce in vocalizzi gentili o imponenti quando la canzone lo richiede. Capolavoro.
Il tutto viene interrotto dalla title track, ricca di chitarra, e tastiere sempre in primo piano, che non lasciano momenti di pausa alla canzone che risulta come tutta l'opera piacevole e variopinta. Anche qui si può notare come al Lanzetti piacesse giocare con la propria voce, interpretando ruoli diversi all'interno del brano, come era solito fare anche Peter Gabriel.
"Opening Act" non smentisce la natura del gruppo e dopo un intro di voci piuttosto particolare, lascia spazio alla bellezza della canzone, che si sviluppa prima in ottime parti musicali, poi in guizzi vocali e in chiusura con dei cori.
Bella pure "Professor", con una prima parte strumentalmente molto curata che viene interrotta da cori e sintetizzatori, entrambi molto presenti nell'opera. Nel finale un abbozzo che definire straordinario non è riduttivo ma giusto. Peccato non sia stato portato avanti a dovere ma si fermi sul più bello.
Riassume tutto quanto detto fin ora "Coffee Song", altro pezzo piacevole e armonioso, che identifica appieno lo stile di Lanzetti & Co.. Ottimo il motivo che ci accompagna fino alla fine, che lascia un po' l'amaro in bocca pensando che questo disco è l'ultimo della band, che avrebbe senz'altro potuto dare ancora molto al progressive italiano.

Gruppo da riscoprire.

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