I Crash Box nascono a Milano da ragazzi frequentanti uno stabile occupato che diventerà poi il conosciutissimo VIRUS.

Dopo la prima cassetta (della quale esisteranno 200 copie) intitolata semplicemente "Crash Box", nel 1984 esce questo 7" che, causa anche i seguenti cambi di formazione, i casini burocratici (e addirittura un tour americano programmato con l'ingenuità dell'adolescenza ma finito in 3 date da dimenticare) resta secondo me la perla della loro discografia.

6 pezzi che si discostano dalle sonorità punk tipicamente italiane del periodo in favore di un approccio più melodic-HC californiano (ai quali i Crash Box palesemente si ispiravano)

Molto bella la prorompente title-track in apertura, seguita dall'altrettanto coinvolgente "In Trappola" dove un bel assolo impreziosisce un pezzo ritmato e veloce, ma melodico nelle parti vocali.

Voce che si fa roca in "Sangue", pezzo che propone anch'esso bei fraseggi di chitarra non usuali nell'hardcore italiano anni '80.

Le canzoni durano tutte intorno ai 2 minuti, quello che secondo me è il punti di forza è proprio il fatto di saper coniugare la struttura delle composizioni e le sonorità punk-HC con una linea melodica; un esempio è la splendida "Troppi Rimpianti" che fa tanto venire in mente i connazionali KINA.

Un disco ben fatto, una di quelle band "vere" che credevano nella musica che portavano in giro per la nostra penisola nei loro furgoni,

 

ZOT!

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