"Garbage" (Warp, 1995) esce appena prima del classico "Tri Repetae", fondamentalmente con lo stesso ruolo che "Anvil Vapre" (out qualche mese dopo) svolgerà per quest'ultimo, ma direttamente adiacente al precedente "Amber", cioè ponendosi più come parte dello stesso progetto, che come semplice ep di intermezzo o promozione. Sorta di fratello minore del noto disco delle montagne dunque, e ad oggi certamente il momento piu profondo ed enigmatico di quella determinata era di rottura "post-ambient-techno/pre-abstract", ossia il, breve ma intenso, periodo degli Autechre più scuri.

Spuntano fuori aggettivi come "profondo" o "scuro" che andrebbero benissimo per descrivere il sound abissoide di "Amber", difatti le quattro lunghe tracce che compongono l'ep non sono altro che registrazioni escluse dalla tracklist di quest'ultimo, e proprio da qui proviene il gioco sulla nomenclatura 'spazzatura'. Tuttavia "Garbage" è ben lontano dal rappresentare un mero insieme di scarti.. tutt'altro! 

Cosi come accaduto su "Anvil Vapre" vi si troveranno delle inconsuete escursioni al dub-techno, come notabile sui cupi riff di "Garbagemx36", trip di quattordici minuti dove ricchi clangori metallici, glitch alieni e misteriosi "spasmi" processati accompagnano un desolato motivo leggermente più terrestre con annessa epica chiusura di archi sintetizzati, ma orchestrali piuttosto che, come spesso gli accade, ambientali. L'ipnotica "Piobmx19" anticipa in parte i deliri ritmico-androidi che appariranno nella produzione di fine Novanta, laddove atmosfericamente parlando si ritrova lo stesso suono denso che caratterizzava "Amber"; lo stesso accade su "Bronchusevenmx24", baratro sonoro dal riverbero pesante che riporta ora alle creature allucinate di "Foil" (la grande apertura di "Amber"), ma con lievi pennellate melodiche di nuovo umanoidi, pacifiche e delicate, come nella più classica ambient music. E di ambient a tutti gli effetti si deve parlare per quanto riguarda la meravigliosa "Vletrmx21". distante e rarefatta, un concedersi alla melodia pura senza intervento ritmico alcuno, che raramente ritroveremo nelle future releases targate Ae, releases che vedranno via via sempre più annullato il tocco umano

Se gli Autechre che preferite sono quelli con il tocco umano dei primi novanta, ma avete consumato i primi due album.. provate a rovistare nella spazzatura.


  • seagullinthesky
    28 nov 10
    Recensione: Opera:
    Con la tua rece su LP5 mi hai letteralmente introdotto al mondo Autechre. Da quel poco che ho ascoltato credo di poter affermare che mi gustano molto più nella loro ultima fase (da Confield per intenderci), anche se voglio ascoltarmeli ancora per bene. Intanto grazie per avermi fatto conoscere sto duo più unico che raro.
  • kosmogabri
    29 nov 10
    Recensione: Opera:
    mmm lo cerco.
  • Nico63
    29 nov 10
    Recensione: Opera:
    Bene bene, prendo nota.
  • Bartleboom
    30 nov 10
    Recensione: Opera:
    Solita storia: di loro mi interessa pochino, ma te proprio bravo.
  • ZiOn
    15 gen 11
    Recensione: Opera:
    Garbage... Madonna santa...
    • ZiOn
      3 feb 24
      Nulla da dire, solo ascoltare.

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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