Buongiorno.
Oggi andiamo sul semplice, sul pop mainstream radiofonico senza trucco e senza inganno: un territorio infido, pieno di nani e ballerine, di tromboni e di venditori di fumo, in cui per trovare proposte valide serve impegno, serve passione, servono orizzonti larghi e originalità. Mai limitarsi alle proposte anglo-americane che vanno per la maggiore, mai pensare che il Pop sia solo quello che passa per le varie radio e tv generaliste italiane; mai, mai mai. Quindi, in un marasma di schifezze e truffe assortite di varia natura, è bello e anche utile avere dai riferimenti stabili, gente di cui ci si fida e che raramente delude, di specchiata serietà e affidabilità; Peter Plate è sicuramente tra questi. Peter chi? l'ex "mente" dei Rosenstolz che, dopo circa vent'anni di onorata carriera, ha deciso di proseguire per conto suo. Giusto così in fondo, con il passare del tempo l'eclettismo, la brillantezza e la vivacità che li avevano contraddistinti nei primi anni si erano gradualmente persi; peccato, ma sono cose che "crescendo" possono capitare. E così ognuno per la propria strada, la cantante AnNa R. ha fondato una sua band, i Gleis 8, proponendo un pop rock di discreta/buona qualità valorizzato dall'immutata classe e incisività della sua voce, Peter invece... beh, vediamo, siamo qui per questo, no?
Peter è un tenerone: è stato lui, a lungo andare, a portare i Rosenstolz ad una deriva troppo sbilanciata verso le ballad "strappacuore", verso lo schlager come dicono i teutonici e, coerentemente, continua su questa strada anche da solo, e con risultati assolutamente apprezzabili, cosa tutt'altro che facile. Ma Peter Plate è anche un'ottima penna pop nonchè un produttore e remixer di notevoli capacità, con un pedigree importante anche fuori dal contesto Rosenstolz, potendo vantare collaborazioni a vario titolo con grandissimi artisti; Marc Almond e Nina Hagen, anche se l'operazione in sè era quello che era, poi Elton John, Agnetha Faltskog, Melanie C tanto per citare i più famosi, insomma è uno che sa il fatto suo, e si sente. Da solo secondo me rende meglio rispetto all'ultima produzione in duo con AnNa, o quantomeno ha cominciato con il piede giusto, dato che "Schuchtern Ist Mein Gluck" è un esordio ancora fresco (2013). Quindi, semplice pop radiofonico e sentimentale, la proposta è questa, senza mistificazioni di sorta: nulla di innovativo, nulla di imprescindibile, nulla di ambizioso, eppure la semplicità, l'onesta, la pulizia, e a suo modo anche la brillantezza di questo lavoro mi hanno veramente colpito. In un contesto del genere una voce potente come quella di AnNa può essere anche uno svantaggio, creare uno sgradevole effetto pacchiano e ridondante, Peter invece è perfetto; interprete sobrio e gradevole, per la prima volta lo dimostra sulla distanza di un album intero, e poi oltre alle ovvie piano-ballads e reminescenze elettroniche si cimenta anche con sonorità R'n'B, non esattamente il mio pane ma che, in questa veste e proposte in questo ambito risultano veramente azzeccatissime, donando una certa vivacità ed "eclettismo" all'album.
E allora sentimentalizziamoci un po', ballatone come "Blauer Sonntag" e "Schuechtern Ist Mein Gluck", candido e sincero autoritratto, ad un primo ascolto potrebbero non sembrare granchè, però con la giusta predisposizione mentale e soprattutto un cuoricino <3 aperto ci si lascia prendere e basta, senza troppe storie: Peter Plate dimostra che la mielosità non è necessariamente un difetto, e lo dimostra con stile, più e più volte: qua non si tratta di una linea di piano e qualche stantia orchestrazione infilata a casaccio per fare scena, c'è una notevole cura del sound, degli arrangiamenti, delle atmosfere oltre a ritornelli facili e trascinanti. A volte ci si affida ad efficaci commistioni tra elettronica e fraseggi di chitarra, come in "Kapitan" o "Die Nacht Dehnt Sich Haus", oppure elettro-orchestrali come in "Ausgang Leider Unbekannt", che con quell'intro strumentale indugiante e felpata richiama vagamente gli Hooverphonic periodo "No More Sweet Music", o appunto il midtempo R'n'B "Schoner Wars Mit Dir", di grande intensità e atmosfera, probabilmente l'apice stilistico di tutta l'opera. In ogni caso il sound è sempre avvolgente, le interpretazioni sentite e mai sopra le righe, le melodie ispirate e convincenti; c'è sincerità e c'è bellezza, a prescindere dal genere proposto.
E comunque non manca una buona dose di allegria, "Wir Beide Sind Musik", la semiacustica "Gefallen In Love" e soprattutto "Sturm", piacevolissimo synth-retrò degno dei primi Rosenstolz, tunes agili e leggeri, arrangiati senza eccedere in particolari barocchismi proprio per una perfetta integrazione con il resto dell'album; cosa che invece non succede con "Elektrisch" che, un po' a sorpresa, si rivela essere l'unica parziale delusione, un po' perchè come sonorità (electroclash) risulta abbastanza vistosamente fuori contesto e poi vanifica un ritmo pulsante e coinvolgente con un chorus abbastanza piatto e stantio, evidentemente una conferma che il buon Peter non è più portato per certe cose. Poi che dire, beh, i Ronsenstoz sono morti, viva i Rosenstolz, ma questi Rosenstolz, quelli capaci di scrivere canzoni così e di coverizzare Nina proprio con QUESTO pezzo, però ormai sono cose del passato, e Peter ha giustamente aperto un nuovo capitolo, con grande classe e intelligenza, e non è cosa da tutti.
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