La recentissima uscita dell'ultimo lavoro degli Amorphis "Eclipse" e la sua assenza dal novero delle recensioni, mi dà l'occasione di parlare dell'album attraverso cui ho conosciuto il gruppo finlandese, e cioè, l'opera che è divenuta il monumento di tutta la loro discografia, quella che all'epoca (1994) fece gridare al miracolo al punto tale che alcuni critici lo definirono come uno degli album metal più belli del secolo oramai trascorso.

L'ascolto di "Tales From a Thousand Lakes" mi suscitò emozioni contrastanti e profonde che mai avevo provato prima nemmeno lontanamente. Le melodie delle tastiere che fanno da contrasto con i growls nasali e ed il muro cadenzato (molto doom in alcuni frangenti) delle chitarre riproducono un'atmosfera surreale, sognante, malinconica difficile da descrivere che, per molto tempo, divenne la colonna sonora dei miei momenti più riflessivi, intimi, solitari.
Sarebbe, a mio parere, riduttivo, in questo caso, fare una descrizione analitica canzone per canzone dell'album. Non rispecchierebbe il giusto valore di questi 40 minuti di musica introdotti dall'intro struggente di "Thousand Lakes" che apre la porta ad un viaggio introspettivo attraverso luoghi desolati, epici, gelidi, rispecchiati fedelmente dall'art work del disco. Un fascino ipnotico che gli Amorphis, purtroppo, non hanno mai più raggiunto per i continui cambi di line up e per la direzione delle loro sonorità verso lidi più commerciali. Tant'è vero che, come ho già detto nella recensione di Eclipse, con mio sommo dispiacere, nel corso degli anni si è in me consolidata la convinzione che gli Amorphis non sapranno più ridarmi quelle sensazioni che provo tuttora all'ascolto di "The Castaway", "Black Winter Day", "First Doom" o di "Drowned Maid".

Il mio consiglio, quindi, a coloro che intendono acquistare l'ultimo "Eclipse" o, in generale, hanno la curiosità di conoscere la band, è di farsi catturare dal fascino malinconico di questo "Tales From a Thousand Lakes". Qualsiasi altra considerazione, a mio giudizio, sarebbe superflua.

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