I Beheaded sono una band originaria dell’isola di Malta, ma nonostante ciò la loro proposta ben s’inserisce nel panorama Brutal Death internazionale e questi ragazzi stanno ottenendo sempre più consensi e approvazioni, grazie anche ai numerosi tour che hanno fatto in compagnia di gruppi più noti e con una più larga base di ascoltatori.

Il disco che mi accingo a recensire è datato 2002, preceduto da altri lavori (tra cui cito il buon Mini Cd intitolato “Resurgence Of Oblivion”) ma al quale si deve realmente l’affermazione del gruppo mediterraneo. Si può dire che il genere di musica suonato dai Beheaded sia  una commistione di stili dei più grandi mostri sacri del genere conditi con una buona dose di personalità che tiene lontana i nostri dall’etichetta di “Clone”, la più temuta da tutti i gruppi Underground che abbiano veramente voglia di emergere e di farsi notare.
Le influenze riscontrabili fin dal primo ascolto sono quelle del Death più intransigente come quello suonato da Cryptopsy e Suffocation (soprattutto per la voce, molto simile a quella di Frank Mullen) ma anche gruppi Europei e in particolar modo polacchi (impossibile non notare alcune affinità con Decapitated, Mutilation e Trauma). In altre parole i Beheaded traggono la loro ispirazione dal Death americano più tecnico e tirato pur non disdegnando alcune venature provenienti dalla scuola europea.

I nove pezzi in cui è strutturato il disco (escludendo una specie di Ghost Track) sono suonati con estrema precisione e perizia esecutiva, quasi ai livelli dei sopraccitati Cryptopsy e Suffocation: le velocità sostenute da questi ragazzi sono altissime  e non concedono spazi a rallentamenti alcuni. I chitarristi, così come il drummer, offrono dunque una prova incommensurabile di tecnica, purtroppo a scapito dell’aspetto compositivo delle canzoni. Sebbene questo si aggiri su livelli abbastanza alti, credo che un complesso con queste potenzialità tecniche, potrebbe curare e strutturare un po’ di più le proprie composizioni ponendosi sullo stesso piano dei grandi nomi del genere. Il cantante dimostra di essere un discreto growler, la cui voce è supportata ed esaltata dagli altri membri del gruppo: purtroppo il lavoro compiuto dal bassista, come spesso accade nel Brutal Death, non è apprezzabile perché soffocato dagli altri strumenti.

A questo proposito vorrei dire due parole sulla produzione, uno degli elementi che forse penalizza di più questo cd: la registrazione è troppo pulita, tanto da lasciare un senso di vuoto ed incompiuto che finisce per danneggiare il mood del lavoro. Chitarra e batteria sono ben distinguibili anche se eccessivamente cristalline, ma la voce il basso sono l’una in sordina e l’altro pressoché assente; e quel che è peggio è che la causa di tutto ciò non è lo scarso budget, ma una scelta stilistica più che criticabile. Ritengo che in un disco Brutal Death non ci possano essere delle chitarre poco incisive né che il suono possa essere poco pieno, soprattutto se si è di fronte ad un lavoro che senza dubbio privilegia la velocità a discapito della potenza. Come accennato sopra, il mood viene massicciamente sopito da queste pecche; i testi sono incentrati su tematiche serie e tralasciano lo Splatter per focalizzare la propria attenzione sulla fragilità dell’uomo e della vita in generale ed è ovvio che argomenti di questo genere richiederebbero una produzione molto più intestina, opprimente e meno (per così dire) “ariosa” di quella del cd in questione.

In generale “Recounts Of Disembowelment” sarà gradito dai fan del genere perché suonato con grande capacità e costituito da una serie di buone canzoni scritte con intelligenza, anche se troppo poco articolate rispetto a quanto la band potrebbe fare. Credo che i Beheaded debbano osare di più, cercare nuove strade e non limitarsi a mettere la loro firma sotto un sound già intrapreso da altri, dedicarsi ad un songwriting più elaborato, magari più ricco di passaggi spettacolari e virtuosismi, cose delle quali sono sicuramente all’altezza e grazie alle quali molti altri gruppi sono diventati dei nomi. Tuttavia sono sicuro che a dotarli di questo sarà l’esperienza ed una maggiore maturità: l’ascolto di questo cd è comunque vivamente consigliato, buona qualità e soprattutto grandi aspettative per i lavori futuri.    

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