Raf (al secolo Raffaele Riefoli), dopo aver conquistato Sanremo nel 1989 con "Cosa Resterà Degli Anni '80", e il festivalbar con "Ti Pretendo", nel 1991 presenta questo fantastico disco, probabilmente il migliore della sua carriera. La tracklist non presenta nemmeno una canzone sottotono, quasi tutto l'album è pervaso da un'aria triste e malinconica. Tutte le canzoni sono strutturate in modo diverso tra loro, e questo contribuisce a rendere l'album un vero capolavoro.

Si parte con un preludio di 10 secondi che recita le semplici me efficaci parole "Sogni... è tutto quello che c'è...", quindi si prosegue con "Interminatamente", primo singolo estratto che conquista subito l'hit parade. Il brano è complesso, ricco di phatos, uno dei migliori dell'intera produzione. "Siamo Soli Nell'Immenso Vuoto Che C'è", altro singolo estratto, è un rock/pop in pieno stile fine anni '80. Malinconica, potente, trascina l'ascoltatore e non lo molla fino alla conclusione. Ma il bello deve ancora venire, ed ecco "Oggi Un Dio Non Ho", ballata struggente che all'epoca impressionò il pubblico di Sanremo. Forse il brano migliore dell'album. 3 singoli, 3 canzoni diversissime tra loro. "Se Ti Senti Sola" è un altro brano molto bello, un pò più scanzonato dei precedenti, che probabilmente non risalta troppo per via delle canzoni precedenti. Torna un pizzico di malinconia con il duetto Raf/Ramazzotti di "Anche Tu", canzone acustica davvero particolare. "Amarsi O Non Amarsi" è molto pop, sintetizzata al punto giusto. "Senza Respiro" è in un certo senso il "polpettone" dell'album. Lenta, malinconica, struggente, pomposa. La buccia di banana dell'album arriva adesso, con la scanzonatissima "È Meglio Così". Brano che probabilmente si poteva evitare, senza dubbio il peggiore del disco, reso particolare solo dall'armonica suonata dallo stesso Raf. Altro pezzo forte è "Maliverno", un pop elettronico molto particolare. Testo bellissimo, atmosfera glaciale, Uno dei brani meglio riusciti. Si chiude con la traccia acustica "Sogni", non troppo impegnativa, che calma gli animi e ci riporta al punto di partenza, concludendosi esattamente così come iniziava il preludio.

Un ottimo album per uno dei pochi artisti italiani che è riuscito a rimanere sempre sulla cresta dell'onda, pubblicando dischi bellissimi. Non male, per uno che all'inizio cantava canzoncine da discoteca in inglese.

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