Non sono un grande patito di greatest hits; solitamente si tratta di modi per raccimolare qualche soldo in più quando le idee mancano.
Qui i R.E.M. decidono di pubblicare un altro best-of, contenente anche gli ultimissimi successi, che è, però, il punto finale della loro carriera. Sostanzialmente non possiamo affermare che questo è un espediente per tentare di uscire di scena con una certa dignità, come fanno molte band i cui ultimi lavori lasciano fortemente a desiderare. Alla fine, sia "Collapse Into Now" che soprattutto "Accelerate" erano stati dei buoni prodotti; dopo trent'anni di attività e più di una decina di dischi (più o meno di valore) è difficile continuare a offrire quello che nell'ultimo periodo i R.E.M. ci hanno offerto.
"Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage" è un best-of molto ricco. Due dischi e quarantuno canzoni, tra le quali tre inediti. Oltre infatti ai classici del gruppo, dalle primissime "Radio Free Europe" e "Talk About The Passion" (tratte dall'eccellente "Murmur" - 1983) alle più recenti "Supernatural Superserious" e "Uberlin", troviamo, in coda alla track-list, tre inediti. Non si tratta sicuramente di capolavori, però "Hallelujah" risulta essere, alla fine, una discreta chiusura di carriera.
L'album contiene tutta la storia del gruppo; ci sono anche i momenti più bui: sicuramente "Up" del 1998 da cui forse poteva essere scelta "Daysleeper" anziché "At My Most Beautiful" e in particolar modo "Around The Sun", il disco del 2004. Ma dopo questo il gruppo era riuscito a risollevarsi, sia psicologicamente dal fallimento commerciale dell'album che qualitativamente, mettendo assieme quello che sarebbe divenuto "Accelerate".
"Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage", insomma, è un modo più che decente per finire la carriera. La scelta dei brani è, in fin dei conti, buona. In questo modo si chiude dignitosamente una grande carriera; e diciamolo pure, forse altri che continuano a riempire gli scaffali dei negozi senza però avere più idee dovrebbero imitare i R.E.M.
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