1984, Athens, Georgia.
Con "Murmur" i Rem ebbero un inaspettato successo e vennero ricoperti di un discreto numero di attenzioni; ora tutti aspettavano la conferma del loro talento... conferma che arrivò solo un anno dopo con "Reckoning".

Questo è un album che si differenzia molto dall' esordio: innanzitutto in questo lp è presente quel qualcosa di vagamente cupo, ma non tenebroso ai livelli di "Murmur"; questo album è più immediato per quanto riguarda l' accortezza nelle melodie, più "veloce" da ascoltare, meno curato del precedente (infatti fu registrato in 14 giorni); già dalla prima traccia "Harborcoat" si intuisce che qui il suono è più diretto e leggermente più rock, la voce di Stipe si azzarda ad uscire dall' ombra dove era rimasta un anno prima. "Seven Chinese Brothers" è una semplice song basata su un riff elementare ma efficace firmato Peter Buck e un basso piuttosto "contromelodico"; il brano fondamentale dell' album (ma non il migliore) "So. Central Rain" è una "bozza" del classico pop rock da classifica che i Rem snoccioleranno nel corso degli anni (effettivamente ricorda qualcosa di "Everybody Hurts"); "Pretty Persuasion" è una song vecchia che veniva suonata nei primi live della band: è un brano orecchiabile con una melodia e un ritornello trascinanti; arriviamo ora al primo capolavoro dell' lp, "Time After Time (Annelise)": una melodia eccezionale, sovraincisioni di chitarra e batteria in crescendo che sfociano in tutto il loro splendore nell' ultimo ritornello... da ascoltare e basta!

Il rock veloce e divertente di "Second Guessing" porta a "Letter Never Sent", una canzone con un incidere a "strappi" e una solare armonia che ci prepara al secondo capolavoro nonchè brano più toccante di questo lavoro: "Camera"; una song con un andamento oscuro e tenebroso nel verso, ma che si sveglia nel ritornello dove la voce cupa e dolce di Stipe canta (indirettamente, ovvio) il suo dolore per la perdita di una cara amica. Dopo questa iniezione di tristezza cambiamo totalmente discorso con "(Don't Go Back To) Rockville" canzone interamente composta da Mike Mills dal sapore vagamente country; è praticamente guidata da tocchi di pianoforte e da un ritornello assolutamente indimenticabile, come mai nessuno dei georgiani lo era mai stato fino ad allora! L' ultima traccia è una fotografia sulla vita on the road che la band stava vivendo in quel periodo: è una buona canzone rock dove nel chorus il front man ironizza sul fatto che il manager Jefferson Holt facesse anche da autista cantando la strofa "Jefferson I Think We' re Lost".

"Reckoning" è (come ogni album) una pietra miliare della storia del gruppo che album dopo album acquisirà sempre più sicurezza e più tecnica. Ed è un lavoro dal quale i georgiani attingeranno in futuro per creare altre gemme di rara intensità. La storia continua..

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